"Caro Carlino, pago 396 euro di abbonamento annuale per ognuna delle mie figlie – testimonia Nicola Magi, padre di due ragazze che frequentano il liceo, al Campus scolastico di via Nanterre e abitano a Montelabbate –. Il mio lamento più che sulla cifra totale è sul servizio. Nel senso che se pago in anticipo una bella cifra, poi vorrei che le figlie riuscìssero a sfruttare il servizio. Le ragazze prendono la linea rossa (andata) e la verde (ritorno). All’andata i più pieni sono quelli delle 7:30 (3 autobus) e delle 8. A volte a Borgo Santa Maria non si ferma nemmeno per quanto è pieno. Al ritorno, alle 12:04 e alle 13:04, sono sempre pieni. Sono la linea verde ordinaria e 1 bis scolastico che a volte non c’è. Ma quando c’è, la gente non riesce ad entrare comunque. La figlia più piccola ha scelto di prendere l’autobus alle 7:20 sperando un po’ più spazio. Riusciremo ad avere un servizio adeguato? E’ possibile aumentare le corse? Quali sono le ragioni per cui non si investe del trasporto scolastico?".
"Al mattino bene o male passano più autobus – racconta Aurora Magi, 18 anni – quindi i disagi sono assolutamente inferiori: si riesce a prendere l’autobus che ti porta a scuola. Al ritorno, invece, è un dramma. Quello che prendiamo è un pullman di linea: insieme agli studenti salgono anche pendolari. Quando va bene, insomma la metà di noi resta a piedi. Quando piove, essendo veramente tanti, alla fermata di via Guido D’Arezzo, restiamo in molti sotto la pioggia. E poi quello che dovrebbe essere un viaggio di 20 minuti non scende mai sotto i 50 minuti. Secondo me è un disagio notevole. L’esperienza di mia sorella non è migliore: è rimasta a piedi tre volte perché purtroppo non è riuscita ad entrare su un pullman strapieno. Questo non accade solo a lei, ma a tantissimi di noi. Quando non è possibile prendere il primo autobus che va verso casa, non resta che sperare nel successivo. A tutti è capitato di dover aspettare due autobus prima di riuscire ad entrare nel terzo. La conseguenza, spiacevole, è che dovendo attendere almeno mezz’ora tra un pullman e l’altro, di solito, si accumula oltre un’ora di ritardo, rispetto l’orario naturale. Spero veramente che si riesca ad intervenire".
Ci troviamo alla fermata dell’autobus di via Guido D’Arezzo, in orario di uscita dalle scuole. Incontriamo un gruppetto che deve rientrare a Fossombrone. "Da quando siamo maggiorenni – dice uno per tutti – firmiamo la giustificazione che ci permette di uscire un quarto d’ora prima che finisca l’ultima ora di lezione, per aumentare le chance di prendere un autobus in cui si possa salire. Il problema è che invece di arrivare alle 14 a casa, rientriamo alle 15". Alla stessa fermata troviamo una studentessa del liceo Marconi: "Frequento lo sportivo – racconta Susy Antoniozzi, studentessa dello sportivo –. Vengo da Fano e anche io, da quando ho compiuto 18 anni, firmo la giustificazione per uscire 10 minuti prima e prendere l’autobus. Il problema è sentito anche tra i minorenni: a fare loro la giustificazione pensano i genitori con il registro elettronico". L’amica che ha davanti concorda. "I miei pagano tanti soldi – dice – e ti ritrovi che non riesci a prendere l’autobus perché non ci sono i posti. Anche prenderlo non è edificante: stiamo tutti schiacciati come sardine e capita sempre di prendere qualche botta per una gomitata o per una spinta. E poi non va bene: io oggi per essere qui in anticipo ho perso 15 minuti dell’ora di latino".
Solidea Vitali Rosati