GIOVANNI VOLPONI
Cronaca

Il Palazzo Ducale si “allarga“ sempre più. Inaugurati cinque ambienti ora restaurati

Il direttore Luigi Gallo ha presentato il nuovo capitolo della riqualificazione in corso da tempo. Rifatti anche tutti gli impianti

Il Palazzo Ducale si “allarga“ sempre più. Inaugurati cinque ambienti ora restaurati

Il direttore Luigi Gallo ha presentato il nuovo capitolo della riqualificazione in corso da tempo. Rifatti anche tutti gli impianti

Il “nuovo“ Palazzo Ducale si allarga sempre più: ieri mattina sono stati inaugurati cinque ambienti totalmente restaurati, illuminati, efficientati e riallestiti, con una nuova sala mai aperta al pubblico e un’altra tutta dedicata alla Madonna di Senigallia. Si tratta del secondo lotto di un progetto che vedrà gradualmente la riqualificazione completa di tutto il piano nobile, con apparati museali nuovi e all’avanguardia e un percorso espositivo ripensato e adattato alle esigenze di oggi.

Emozionato il direttore della Galleria Nazionale delle Marche Luigi Gallo, per il quale ricorrono (era il novembre 2020) i quattro anni dalla nomina all’ente urbinate: "Questo quadriennio – ha premesso – è stato molto proficuo per me e credo anche per tutti i musei delle Marche, in primis per la Galleria. Professionalmente e personalmente, mi sono arricchito tanto e devo dire che anche i musei marchigiani hanno raggiunto dei traguardi e avviato dei percorsi notevoli. Per quanto riguarda i lavori appena conclusi, molti ragionamenti erano già in ballo prima del mio arrivo, ma i finanziamenti del Pnrr sono stati un’occasione unica per dare il via a tutto con più forza e determinazione. Accanto a tutti gli impianti, rifatti per intero, abbiamo colto l’occasione per dei restauri alla parte architettonica e a tutti i legni delle sale e a tanti piccoli dettagli, dai peducci alle didascalie, dai totem per coprire l’impiantistica ai pavimenti. E tutto ciò grazie all’intero staff, dai funzionari a tutti gli amministrativi, perché siamo una squadra che lavora assieme con grande passione".

Le sale appena riaperte, dette “degli ospiti“, in realtà servivano ad altro: "Si tratta dell’ala più occidentale del palazzo – ha spiegato lo storico dell’arte Giovanni Russo – e abbiamo scoperto che le stanze erano quattro, e non cinque all’epoca di Federico: due erano un unico grande salone. E tutto il blocco fungeva da sale di rappresentanza, non da alloggi per gli ospiti: erano delle sale in cui la corte pranzava, ambienti di raccordo tra l’appartamento del duca e l’ala più antica (quella della Jole, inaugurata in primavera)".

Ora gli ambienti ospitano, nell’ordine, i rilievi in pietra di Gregorio di Lorenzo, tavole e polittici di ambito marchigiano, mobilio roveresco, arte di ambito veneto e infine la Madonna di Senigallia con alcune statue della Vergine col Bambino, "collocata nell’ultima sala – conclude Russo – perché si tratta del Piero più “fiammingo“, che anticipa i pittori che si trovano poi nelle sale successive e nello studiolo".

L’architetto Francesco Primari ha ricordato che "si sta facendo un lavoro imponente con grande sistematicità, portando avanti i criteri e i modelli già applicati nel primo lotto. Tutti questi lavori stanno portando a una conoscenza nuova del palazzo, che proseguirà ancora e ha già fornito curiosità, tra cui un grande camino murato nel Novecento, già usato dal viceprefetto come armadio a muro". Particolare attenzione alle opere lignee: "Tavole, polittici e porte – ha spiegato la restauratrice Giulia Papini – sono stati inseriti in camere prive di ossigeno per una disinfestazione. Inoltre, i nuovi allestimenti, con quadri staccati dalla parete, permettono di monitorare le opere senza staccarle ogni volta".