REDAZIONE PESARO

Il giovane cuoco a cinque stelle: "Vado all’estero, lì il merito conta"

Dall’Alberghiero ai ristoranti di lusso a Londra e nel Principato di Monaco: la storia di Tommaso Giordano

Il giovane cuoco a cinque stelle: "Vado all’estero, lì il merito conta"

Ma è proprio vero che i ragazzi oggi non sono abbastanza motivati e non sono disposti a sacrificarsi per lavorare? Non sempre, non tutti. Nella polemica tra il preside dell’Istituto Alberghiero, Roberto Franca, che evidenzia "condizioni di lavoro inaccettabili" per studenti e neodiplomati, e le associazioni di albergatori e ristoratori che invece lamentano "scarsa motivazione e poca professionalità" degli stessi, si inserisce la storia di Tommaso Giordano, un giovane cuoco pesarese, uscito pochi anni fa proprio dall’Alberghiero. Tommaso ha 23 anni, e gli ultimi 4 li ha passati tra Londra e il Principato di Monaco, in ristoranti esclusivi destinati ad accogliere una clientela esigente e danarosa, dove la professionalità dei dipendenti è un requisito imprescindibile. Il nome non si può svelare, perché i dipendenti sono vincolati da contratto all’assoluta riservatezza, anche sui personaggi famosi incontrati, pena il licenziamento. Tommaso è l’esempio concreto che quando si offrono un buon riconoscimento economico e opportunità di crescita professionale, i ragazzi non si tirano indietro e sono disposti a sacrificarsi.

"Subito dopo il diploma – racconta il giovane – sono partito per Londra con un amico, e per 25 giorni non abbiamo fatto altro che lasciare curriculum. Poi finalmente ci hanno chiamato per un colloquio ed evidentemente gli siamo piaciuti, perché dopo appena 3 mesi ci hanno fatto un contratto a tempo indeterminato". Trascorso un anno, a Tommaso è stata prospettata l’opportunità di andare nel Principato di Monaco, a Monte Carlo, per l’apertura di un nuovo ristorante, e lui non se l’è lasciata sfuggire. L’ambiente che lo circondava era indubbiamente affascinante: tanto lusso, bella vita, personaggi famosi, ma chi lavora, tutto questo può solo ammirarlo da lontano. "Spesso facevo orari pesanti – racconta il ragazzo – con doppi turni anche più volte a settimana. Tornavo a casa ogni 5 mesi e non posso nascondere che la mia famiglia e gli amici mi mancassero molto, ma ero consapevole della grande esperienza che stavo facendo, e felice per le tante persone nuove conosciute. Vivere fuori casa mi ha fatto crescere, e grazie al fatto che il ristorante pagava al personale anche vitto e alloggio, ho messo via diversi soldini". Tommaso non aveva bisogno di andare all’estero. Grazie alla famiglia, avrebbe potuto lavorare anche a Pesaro, le opportunità non gli mancavano. Eppure ha preferito uscire dall’Italia. "All’estero – conferma il giovane cuoco – tutto quello che fai ti viene riconosciuto. Se te lo meriti, ti danno fiducia e ti valorizzano, prova è il fatto che ho avuto un contratto a tempo indeterminato dopo soli 3 mesi. E non solo. Adesso ho in programma di andare per lavoro 4 giorni ad Abu Dhabi e Dubai, nel ristorante allestito nel circuito di Formula 1. Poi mi concederò qualche giorno di vacanza per andare a trovare gli amici con cui ho lavorato a Londra. Il futuro? Non so, vedremo, ma non escludo di ripartire".

Francesca Pedini