"Anche la Shoah – ha osservato con crudo realismo in una intervista Liliana Segre – sarà solo una riga nei libri di storia". E se così non fosse? Cara senatrice, Liliana Segre, almeno non sarà così fino a quando ci saranno giorni della memoria, come quello vissuto a Pesaro, ieri. Dalle 8 della mattina, prima della cerimonia solenne nel salone Metaurense della Prefettura di Pesaro Urbino, 250 studenti, divisi in quattro gruppi hanno animato il dibattito cittadino, scortati, nelle riflessioni, da esperti, educatori, professori di storia e filosofia. E non solo. Nella Sinagoga sefardita di via delle Scuole hanno vibrato le note di “Quatuor pour la fin du temps“, brano che il compositore francese Olivier Messiaen scrisse nel campo di concentramento Stalag di Görlitz, in Polonia, dove venne deportato dai tedeschi nel 1940. Ieri ad eseguirlo sono state le musiciciste dell’Orchestra Olimpia.
"Il pubblico, composto soprattutto da giovani – ha osservato l’assessore Camilla Murgia, presente al concerto – ha potuto vivere un momento altissimo. La pianista Roberta Pandolfi ha guidato il pubblico nella comprensione di brani musicali, estremamente difficili, visti i riferimenti simbolici all’Apocalisse di Giovanni". Insomma, ieri, ogni confronto non s’è fermato, volutamente, a suscitare solo un’emozione. "Ma ha cercato di sviluppare insieme senso critico ed empatia per una storia che ci riguarda tutti – ha aggiunto Murgia approdata, nel frattempo, nella sala rossa in Comune, davanti ad un gruppo di giovani raccolti in cerchio, misti ad insegnanti di storia, lettere, con la mediazione della giornalista Eleonora Rubechi Mensitieri. Discettare di storia fuori da un’aula scolastica ha tranquillizzato gli adolescenti: "Apprendere dai libri è ragionevole, ma resta un contenuto distante – ha osservato una delle studentesse in cerchio –. Il dialogo con gli storici invece non solo coinvolge, ma stimola l’azione: dall’approfondimento all’attivismo civico per la tutela di principi libertari fondamentali". Esattamente. Con lo stesso obiettivo ci sono stati gli incontri in Provincia e a Palazzo Gradari. Qui a guidare gli studenti sul tema “Il femminile nella Shoah e nella Guerra” è stata la professoressa universitaria Fatima Farina. Mentre in Provincia la presidente dell’Anpi, Matilde della Fornace con l’esperta d’arte Moretti, ha focalizzato la vicenda della pittrice che ebbe salva la vita grazie al suo talento per poi spaziare sull’arte, arma di difesa esistenziale nella crudeltà dei lager. "Ci vuole equilibrio – ha osservato Matilde Della Fornace, presidente Anpi – perché la parola può ridursi a mera retorica e perdere il potere di mettere in guardia le coscienze. Liliana Segre ci avverte sul procedere della storia senza più testimoni diretti e con crudo realismo afferma che non rimarrà più nulla di ciò che è stato. Cosa possiamo fare noi? Farci parte attiva della promozione e della trasmissione della conoscenza storica e conservare la memoria che ci hanno lasciato e ci lasceranno gli ultimi testimoni. Cosa avverrà è anche responsabilità di ciascuno di noi, delle nostre coscienze libere e delle nostre scelte". L’osservazione di Liliana Segre voleva muovere le coscienze, certamente. Da Pesaro è echeggiato molto di più. Nel suo intervento, in Prefettura, il sindaco Andrea Biancani, ha detto: "Segre, nostra cittadina onoraria, capace di parlare ai giovani, ci insegna ogni giorno a custodire il passato essendo attivi nel presente, con un agire impegnato e concreto rivolto all’inclusione, alla solidarietà e contro l’indifferenza, promuovendo la cultura della Pace. E’ quello che vogliamo fare".
Solidea Vitali Rosati