ALBERTO FERRETTI *
Cronaca

Il geologo Ferretti: "Un centro studi per i fossili"

La proposta del noto esperto di Cagli: "Raccogliere e organizzare il patrimonio dell’Appennino"

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di Alberto Ferretti *

Il Carlino ha pubblicato qualche giorno fa un articolo sui pesci fossili del Monte Nerone. Il nostro Appennino, anzi la nostra provincia, ha almeno quattro importanti orizzonti con pesci fossili: uno negli strati del Toarciano, poi in quelli del Kimmeridgiano, del Cenomaniano ed infine del Messiniano. In pochi ne hanno avuto cura: su un giacimento è stato costruito addirittura un parcheggio, se non ricordo male. Ma i pesci sono solo una piccola, anche se importantissima parte del nostro patrimonio paleontologico, ricco soprattutto di ammoniti giurassiche e cretaciche e poi di ogni tipo di animali e vegetali. È un vero tesoro naturalistico che si affianca a quello dei vegetali (oltre 50 specie rare di grande valore). Lo stato di conservazione del materiale raccolto da appassionati cultori della paleontologia, in passato ed oggi, donato alle amministrazioni comunali ha fatto, salvo due o tre casi, una brutta fine.Da tempo io ho concordato con la Soprintendenza che gli esemplari della mia collezione, oggetto di diverse pubblicazioni, saranno affidati (se li vorranno) all’istituto di paleontologia dell’Università di Urbino. Ricordo che una legge regionale vieta l’esportazione dei fossili al di fuori del territorio regionale. Per la verità deve essere autorizzata anche la raccolta. La mia proposta è che l’Istituto di Scienze della Terra e in particolare di Paleontologia dell’Università di Urbino convochi i collezionisti (ridefiniti “paleontofili”) e, con la collaborazione degli enti amministrativi, istituisca un centro di studi e ricerche. Tale centro dovrebbe raccogliere e organizzare il materiale fossile ed inoltre far conoscere il patrimonio naturalistico del nostro Appennino nelle cui rocce sono scritti 200 milioni di storia delle regioni mediterranee.

* Geologo