
L’ingresso della camera mortuaria. In questi ambienti manca anche il bagno
Riceviamo una lettera sulla poco decorosa situazione della camera mortuaria dell’ospedale di Urbino che i famigliari di Giovanni Fanelli, scomparso recentemente, hanno indirizzato al sindaco Gambini e condiviso col Carlino.
"Egregio signor sindaco, nel ringraziarla per il messaggio di cordoglio ricevuto non possiamo non manifestare quanto di seguito. Perdere un figlio ed un marito di 42 anni, come è successo a noi, è una tragedia immane che sconvolge la mente e che nemmeno la vicinanza di tanti parenti, amici e semplici conoscenti accorsi al capezzale di Giovanni presso la camera mortuaria dell’Ospedale di Urbino, e poi al funerale, riesce ad attutire. Anzi, proprio presso la camera mortuaria tutti abbiamo dovuto subire anche il doloroso calvario, la tremenda passione di un luogo che dovrebbe accompagnare ed alleviare il dolore e che invece è in condizioni incivili e non degne di una comunità. Ha una segnaletica esterna scarsa, precaria e persino imbrattata. Nascosta negli scantinati dell’edificio, senza un adeguato parcheggio che bisogna rubare ad un cantiere ed alle zone di svolgimento di funzioni tecniche per l’Ospedale. La Camera è essa stessa uno scantinato con un freddo corridoio di accesso che è un cantiere con pavimenti sconnessi, pareti scrostate senza battiscopa ed un intreccio di tubi, tubazioni, fili che passano sul soffitto attraverso pareti sfondate in buchi mai sistemati; deposito di materiale usato e luogo di transito per il personale e per le forniture ospedaliere. La piccola sala d’aspetto, peraltro del tutto inadeguata, anche quella usata come freddo ricovero di povere salme. Incredibile l’assenza al piano di servizi igienici che bisogna cercare al piano superiore all’interno di un laboratorio. In questo ambiente, non bastasse il dolore per il drammatico evento, abbiamo dovuto rimanere per due giorni, per vegliare il nostro caro ed accogliere i tantissimi che lo hanno voluto omaggiare. Speriamo che qualcuno si vergogni per questo stato delle cose e che si scusi con le famiglie che, già provate da un destino amaro e crudele, debbono sopportare anche questo calvario. È semplicemente una questione di rispetto. Per la vita e per la morte". Firmano la lettera Ermete, Sonia e Federica.
Il caso era stato segnalato dal “Carlino“ già a luglio 2023, poi ancora con forza in agosto 2024. Interessato sul tema lo scorso anno, il sindaco Gambini dichiarò su queste colonne: "ho parlato col direttore dell’ast Carelli che mi ha detto che la prossima settimana si interesserà e poi mi ricontatterà...". Ma dallo scorso agosto ad oggi a quanto pare nulla è cambiato. E l’Ast non potrà ignorare il problema all’infinito.