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Il Cristo “senza storia“ potrà vivere nella Casa natale di Raffaello

Il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dell’arma dei carabinieri lo ha assegnato al museo urbinate. Del manufatto vecchio di 600 anni non si sa nulla, non esiste nessun tipo di documentazione.

Il Cristo “senza storia“ potrà vivere nella Casa natale di Raffaello

Il Cristo esposto a Urbino

A Casa Raffaello un nuovo arrivo antico di 600 anni. Da oggi nel percorso espositivo della casa museo si potrà ammirare un’opera d’arte che prima non c’era, un bene artistico di grande pregio che il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri ha assegnato all’Accademia Raffaello di Urbino.

Si tratta di un Crocifisso ligneo con tracce di pittura di ignota provenienza, databile al Quattrocento, privo di documentazione, che l’Accademia Raffaello ha rimesso all’autorità competente per le necessarie verifiche; in assenza di documentata proprietà, questo è stato assegnato all’Accademia Raffaello per la pubblica fruizione nel museo della Casa di Raffaello. A seguito di ciò è stato possibile eseguire il necessario restauro eseguito dalla ditta Bacchiocca di Urbino sotto la direzione della Soprintendenza.

"Il fatto che fosse impossibile contestualizzare l’oggetto – spiega il presidente dell’Accademia Raffaello Luigi Bravi – non ha consentito di fare ipotesi precise su datazione e provenienza di un oggetto d’uso liturgico più che devozionale in apparenza piuttosto comune. Il Crocifisso è privo della croce a cui era assicurato, fatto che non esclude potesse trovarsi appeso ad una parete dove la croce era anche solo dipinta; la foggia del volto e del corpo manifestano tratti arcaici ed un’espressività certamente precedente, o comunque lontana, dai livelli riscontrabili nella scultura di età proto-rinascimentale".

La scultura ha delle tracce di pittura nel volto, nella barba, nella capigliatura e nel corpo, dove è dipinto il sangue dalle piaghe. Priva di pittura è la parte che doveva essere coperta dal consueto perizoma, che non si è conservato. La corona intrecciata sul capo reca dei fori per delle spine sporgenti, anch’esse perdute. Le braccia sembrano essere state mobili: un fatto che spinge a pensare all’uso liturgico nei periodi pasquali.

Conclude Bravi: "La restituzione del Crocifisso alla pubblica fruizione dopo il restauro dà il via agli studi degli esperti di scultura lignea a quest’altezza cronologica, i quali con opportuni raffronti e osservazioni e con i dati già noti dovrebbero definire meglio questo bene di cui oggi tutti possono godere. Con questa inaugurazione, che avverrà informalmente questa mattina alla presenza del maggiore Mattia Ivano Losciale, Comandante del Nucleo TPC di Ancona, l’Accademia Raffaello dà il via ad una serie di iniziative con cui saranno presentati nel dettaglio le operazioni di recupero conservativo del bene e il contesto d’uso liturgico di un simile manufatto, il cui calendario è in via di definizione".

gio. vol.