Alessandro Bettini, 74 anni, commercialista, politico, insegnante e studioso della ceramica locale tanto che darà alle stampe una summa sulla storia di questa arte nel nostro territorio, ricco di botteghe e grandi maestri, dai Malatesta agli Sforza. "Un grande sforzo quello che ho fatto – dice Bettini a proposito della sua ultima sua fatica letteraria –, perché l’ultimo libro serio sull’argomento è quello è del 1984, di Paride Berardi".
Bettini lei ha insegnato, ma dove?
"Per una decina di anni al ’Bramante’ e per altri dieci anni all’’Olivetti’ di Fano".
Un sacco di potenziali elettori, allora, per Bettini cittadino dell’anno.
"Non credo, anche perché ero abbastanza severo. Insegnavo ragioneria e ho dato anche dei 2 meno meno. Ma devo dire che sono anche orgoglioso perché molti dei miei allievi hanno fatto poi carriera. Comunque ho visto passare davanti generazioni di pesaresi e fanesi".
Le due cose belle e brutte dell’anno che si è appena chiuso?
"La prima, quella bella, è che sono stato nominato ispettore per il settore della ceramica per Pesaro e Ancona in Soprintendenza. La nomina ufficiale è del novembre scorso ma era partita quando ancora il discatero era nelle mani di Gennaro Sangiuliano".
Questa è quella bella. Quella brutta, invece?
"Che ho una specie di record perché alle ultime Amministrative non sono entrato come consigliere comunale per soli tre voti di scarto dall’ultimo degli eletti".
Cose che capitano. Ma lei aveva già una lunga militanza sui banchi comunali, vero?
"Beh sì, ho fatto due legislature quando sindaco era Luca Ceriscioli e quindi un’altra legislatura con alla guida Matteo Ricci".
La differenza tra i due?
"Il primo aveva rispetto delle minoranze e quindi quando si parlava di incarichi all’interno del Rof, della Pescheria, del Nuovo Cinema e via dicendo ci interpellava e ci coinvolgeva".
Invece Ricci?
"Mai sentito, nessun rispetto per il ruolo delle minoranze".
Adesso è partita l’era Biancani. Cosa ne pensa?
"Che è uno che ascolta e questa è già una gran bella cosa".
Pesaro Capitale della Cultura. E’ d’accordo?
"Assolutamente no perché questa città con la cultura non ha un buon rapporto".
Vuol rischiare il pubblico linciaggio?
"Assolutamente no".
Faccia un esempio, allora.
"Uno per tutti il caso del vecchio tribunale di via San Francesco , il posto ideale per mettere tutto il patrimonio culturale di questa città, biblioteca Oliveriana compresa. Convegni, battaglie... Nulla da fare".
Una cosa culturalmente bella dove il Comune non era coinvolto?
"Certamente il ritorno a Pesaro del dipinto di Iacobello Del Fiore, ora alla Madonna delle Grazie e donato alla città dalla famiglia Pagani. L’ho seguito passo passo e ci ho scritto anche un libro".
Autovotarsi non è molto signorile. Lei il suo voto a chi lo darebbe?
"Certamente alla famiglia Vangi per quella grande donazione fatta alla città. Anche se credo che dovranno correre tutti per battere la gente che ha lottato contro la discarica di Riceci".
m.g.