
Tutto è emerso grazie a un’indagine interna. Floro Bisello (Adusbef): "Controllate i vostri conti"
Risarcimenti al via da parte di Poste Italiane nei confronti dei clienti raggirati dal dipendente "infedele". E’ la "fase 2" dell’incresciosa situazione che Poste si trova ad affrontare a seguito dell’indagine interna che ha smascherato dieci anni di ammanchi (dal 2013 al 2014) per un totale di oltre mezzo milione di euro, tutti riconducibili a uno stesso dipendente in carico alla filiale di piazza del Popolo, a Pesaro. Ed è la fase in cui Poste cerca di correre ai ripari. La stessa ordinanza del giudice civile Maurizio Paganelli che, la settimana scorsa, ha autorizzato il sequestro conservativo di 474.776,64 euro su tutti i beni mobili, immobili e i crediti anche di lavoro e previdenziali del dipendente, aveva ipotizzato che l’azienda avesse pensato a risarcire in via preventiva i propri clienti. "L’eventualità che l’istante (cioè Poste ndr.) abbia reintegrato i clienti delle perdite sofferte – si legge nell’ordinanza – è più che probabile, sia perché altrimenti perderebbe i clienti, sia perché in difetto si troverebbe esposta a richieste risarcitorie per il fatto del proprio dipendente, per importi corrispondenti a quelli rappresentati in ricorso. Il resistente (cioè il dipendente che poi è stato licenziato in tronco ndr.) ha infatti dichiarato che, se potesse, rifonderebbe tale danno ma attualmente non è nella disponibilità di tale somma". Secondo l’ordinanza del giudice civile il dipendente delle Poste si è appropriato di 525.163,54 euro dai conti dei clienti. Lui, un consulente commerciale "mobile", ha ammesso tutto restituendo appena il 10 per cento, pari a 50.386,90 euro. Chi lo ha conosciuto lo definisce come un professionista giovane, brillante e dall’ottima dialettica. E’ una di quelle figure professionali che, spostandosi sul territorio della provincia, gestiscono e fidelizzano la clientela degli uffici postali proponendo ai clienti prodotti finanziari di vario tipo. Floro Bisello, avvocato e responsabile nazionale dell’Adusbef a tutela dei consumatori mette in guardia. "Si consiglia a tutti i clienti della provincia di Pesaro e Urbino di Poste di verificare se i loro rapporti contrattuali tutt’ora aperti o chiusi da meno di 10 anni (conti correnti, libretti a risparmio, depositi, prodotti assicurativi e/o finanziari), siano stati interessati da operazioni anomale o sospette ed eventuali ammanchi di somme, anche chiedendo la relativa documentazione contabile, degli ultimi 10 anni, presso le filiali di riferimento. Quindi, in caso di verifica di eventuali ammanchi, i clienti potranno agire per la restituzione delle stesse, sia contro il dipendente che contro Poste che ne è responsabile".