"Non bastava l’istrice e i caprioli, ora a distruggermi l’orto ci si sono messi anche i cinghiali. Questa notte hanno completato l’opera". È un grido, oltre un appello che si faccia qualcosa, quello di Franco Cantarini, pensionato di Serravalle di Carda: "L’Ambito Territoriale di Caccia (l’Atc 2) al quale mi sono rivolto non vuol sapere niente. Per chiedere il risarcimento o la fornitura di mezzo per prevenire la presenza dei cinghiali chiedono la partita Iva, ma curare l’orto non è un’attività imprenditoriale". "Lavorare un terreno arido, come sono quelli di montagna chiede tanta fatica, giorni e giorni di pazienza – continua Cantarini –, ma anche di amore per veder crescere un ceppo di insalata, pomodori e quant’altro, non è possibile che ti alzi alla mattina e trovi tutto distrutto. Non tocca a me dire come risolvere il problema, i cinghiali stanno distruggendo le coltivazioni, “lavorano“ il terreno dove nascono i funghi e i tartufi, non se ne può più. Ieri mattina i miei cavolfiori erano solo foglie sparse. Occorre che qualcuno intervenga e lo faccia alla svelta, non ho niente contro i cacciatori ma è giusto che anche il mio lavoro venga protetto".
am. pi.