ROBERTO DAMIANI
Cronaca

La Guinza torna alla vita, si affidano i lavori. “La Fano-Grosseto non si fermerà più”

Cerimonia alla presenza di regione Marche e Umbria. L’appalto Anas sarà da 150 milioni complessivi. Entusiasta l’assessore regionale alle infrastrutture Francesco Baldelli

La Guinza è in stato di abbandono dal 1994. Da domani, via i cancelli e le barriere

La Guinza è in stato di abbandono dal 1994. Da domani, via i cancelli e le barriere

Pesaro, 11 febbraio 2024 – La Galleria della Guinza domani riapre. Non al traffico, ma alla soddisfazione. L’incompiuta d’Italia diventerà tra due anni e mezzo (925 giorni circa) compiuta. Ci sono i soldi in cassa (150 milioni di euro), la volontà politica (che in questo caso conta più degli ingegneri) e un progetto definitivo-esecutivo che sta per essere approvato dell’intera tratta di 34 chilometri da Santo Stefano di Gaifa a Mercatello sul Metauro. Dice l’assessore regionale alle infrastrutture Francesco Baldelli: "Ormai siamo ad un punto di non ritorno. La Fano-Grosseto non si fermerà più".

Ma andiamo per ordine. Domani alle 11, nel piazzale antistante la galleria della Guinza, verrà riaperto il vecchio cancello arrugginito per far posto ad un sacco di gente. Mezza giunta regionale marchigiana, mezza di quella umbra, il commissario straordinario Anas Massimo Simonini, la ditta esecutrice (Consorzio stabile europeo costruttori), politici e giornalisti. Volendo, si potrà salire in un pulmino e percorrere la galleria chiusa da trent’anni e arrivare dall’altra parte, a Parnacciano, comune di San Giustino, in Umbria. Sembrerà l’America anche se sono solo sei chilometri di distanza. Quante inutili parole spese in trent’anni fino alla tragicomica teoria del 2015 del ministro del tempo Del Rio, governo Renzi, che dichiarò di riportare la Fano-Grosseto nella 73 bis, dentro i paesi, mentre si prevedeva il solo finanziamento a 4 corsie tra Grosseto e Siena.

Uno choc, anzi, la pietra tombale sulla Fano-Grosseto, lato Marche. Sono passati 9 anni da quel momento, e ora la E78 sta per ripartire con i lavori alla Guinza, dove nel 2010 l’allora presidente della Provincia Matteo Ricci ci bivaccò insieme a tanti altri per due notti contro l’abbandono del progetto, ma nello stesso momento la giunta regionale Spacca sferrava la botta finale dirottando i finanziamenti per la Quadrilatero, lato Fabriano. Ora si è ripartiti facendo tesoro del progetto Paccapelo, dal nome dell’ingegnere della Provincia che coordinò il lavoro di uno staff ingegneristico di prim’ordine che nel 2002 aveva depositato il progetto definitivo approvato dai ministeri competenti e poi incredibilmente abbandonato in un armadio della Provincia come un vecchio impermeabile passato di moda.