Pesaro, 29 agosto 2024 – Anche Pesaro 2024 Capitale Italiana della Cultura vorrebbe diventare un marchio registrato. La richiesta è stata avanzata dalla Fondazione Pescheria il 5 dicembre dell’anno scorso ma il Ministero dello Sviluppo economico ha già dato il proprio altolà. L’articolo 13 del Codice di Proprietà Industriale, infatti, pone dei limiti alla possibilità di registrare un nome geografico come marchio personale di un soggetto privato. La richiesta non è stata rigettata ma il Ministero ha chiesto degli approfondimenti a integrazione dell’istruttoria sulla richiesta numero 30202300017799 che risulta tutt’ora in corso.
La richiesta avanzata dalla Fondazione Pescheria riguarda il marchio che si compone di due elementi: il logo, cioè la “P” a forma di cuore rovesciato e il logotipo, cioè la scritta Pesaro 2024 capitale italiana della cultura posizionata a destra del logo. La Fondazione Pescheria ha sottoscritto con il Comune di Pesaro, il 17 ottobre 2022, una convenzione per la valorizzazione dei beni culturali e del programma degli interventi di “Pesaro Capitale italiana della Cultura 2024”. In virtù di questo accordo si è ritrovata a gestire 2milioni e 350mila euro di finanziamenti pubblici (un milione dalla Regione, un altro milione dal Ministero e 350 dal Comune) a cui si aggiungono le sponsorizzazioni private per Pesaro 2024. E ha registrato il marchio. Ma la possibilità di “brandizzare” la capitale della cultura è ancora sotto esame.
Esito diverso aveva avuto invece la registrazione di un altro simbolo della città di Pesaro e cioè il palio dei bracieri che nel giro di qualche mese, all’inizio del 2023, aveva avuto l’ok dall’ufficio brevetti e marchi. In quel caso a depositare il brand era stato, a proprio nome, Massimiliano Santini, membro dello staff dell’ex sindaco Matteo Ricci, dove rivestiva il ruolo di coordinatore degli eventi del Comune. Il marchio “il palio dei bracieri” è formalmente di proprietà di Santini e il sindaco Biancani lo ha scoperto leggendo il Carlino che due giorni fa ha riportato quanto contenuto nella banca dati del sito www.uibm.gov.it.
“Poco opportuno che Santini abbia registrato il marchio a proprio nome – ha commentato il sindaco Biancani -. E comunque il fatto che abbia depositato il marchio e ne risulti lui il titolare non cambia nulla. L’anno prossimo la manifestazione si farà lo stesso e se Santini ’la fa lunga’, se dovesse chiedere un corrispettivo per utilizzare il brand o se non lo volesse concedere, vuol dire che gli cambieremo nome”.