MARIO CARNALI
Cronaca

Giornata della Memoria, inaccessibile il convento dove si salvarono gli ebrei

Polemiche a Cagli in occasione Giorno della Memoria, uno dei luoghi chiave del salvataggio degli ebrei è rimasto chiuso al...

Polemiche a Cagli in occasione Giorno della Memoria, uno dei luoghi chiave del salvataggio degli ebrei è rimasto chiuso al...

Polemiche a Cagli in occasione Giorno della Memoria, uno dei luoghi chiave del salvataggio degli ebrei è rimasto chiuso al...

Polemiche a Cagli in occasione Giorno della Memoria, uno dei luoghi chiave del salvataggio degli ebrei è rimasto chiuso al pubblico. Si tratta del convento delle suore domenicane, uno dei posti dove avvennero episodi importanti per la difesa del popolo ebraico.

In questa sede diedero ospitalità a due famiglie di ebrei, ricoverate nell’antica Torre di Porta Massara, attigua al convento. L’edificio non è accessibile perché da alcuni mesi – dopo secoli di presenza e tra la sorpresa e le proteste di molti cittadini –, l’Ordine Nazionale delle Suore Domenicane ha trasferito le ultime due suore rimaste in un convento nei pressi di Bologna. Così l’intero fabbricato, la chiesa dedicata a san Nicolò e l’antica torre sono da mesi con porte serrate e con all’interno un malinconico vuoto.

E’ solo un ricordo la presenza delle laboriose suore che fino agli anni’50/’60 erano oltre quaranta. Ogni anno la giornata della memoria veniva ricordata con preghiere dalle suore e con i racconti di quei cittadini che con non pochi rischi di essere sorpresi ed arrestati dai tedeschi presenti in città, avevano condotto di notte nel convento le due famiglie ebree per nasconderle insieme alle suore. Questi coraggiosi cittadini furono due membri della famiglia Alessandri, Spartaco e sua mamma Erminia, oggi presenti tra i tanti nomi dei Giusti nel museo Yad Vashem di Gerusalemme. In piena notte dalla loro abitazione in Via Flaminia, scrutando ad ogni spigolo dei vicoli del centro per non imbattersi nelle ronde tedesche, riuscirono a farle entrare nel convento. Ma non furono mesi tranquilli né per le suore né per i componenti delle famiglie di ebrei che sfidarono fame e freddo, rinchiusi nella torre. La milizia fascista ebbe dei sospetti e più volte invitarono la badessa di allora a confessare se vi erano ebrei all’interno. Con uno stratagemma forse suggerito dall’allora vescovo Raffaele Campelli, le suore riuscirono a non far entrare soldati tedeschi per ispezionare il convento e dopo la liberazione da parte degli alleati il 22 agosto 1944, gli ebrei poterono tornare finalmente in libertà.

Mario Carnali