REDAZIONE PESARO

Gad, ed ora vanno in scena “I bei tempi“:. Presente, Imperfetto e Passato Remoto

Alle ore 21 al teatro Rossini per “Vetrina Capitale“ ci sarà la storia di una famiglia normale-surreale della città Grammatica

Aureliano Delisi, 31enne, drammaturgo e scrittore, vive da anni a Urbino Tra le sue attività c’è anche l’insegnamento al Centro Teatrale “Cesare Questa“

Aureliano Delisi, 31enne, drammaturgo e scrittore, vive da anni a Urbino Tra le sue attività c’è anche l’insegnamento al Centro Teatrale “Cesare Questa“

di Beatrice Terenzi

In attesa degli spettacoli in concorso, la 77ª edizione del Festival Nazionale d’Arte Drammatica, Gad, propone “Vetrina Capitale“, una sezione speciale fuori concorso dedicata, nell’anno di Pesaro capitale italiana della cultura 2024, alla vivace scena teatrale pesarese.

Oggi alle 21 al Teatro Rossini il Teatro delle Ombre Aps metterà in scena I bei tempi, che racconta le vicende della famiglia normale-surreale della città di Grammatica, frutto della creatività del drammaturgo Aureliano Delisi. Il regista Ciro Limone dirige gli attori Sara Arduini (nella parte di Presente), Davide Uguccioni (Imperfetto), Sara Sorbini (Futuro) e Andrea Baiocchi (Congiuntivo).

Che spettacolo dobbiamo aspettarci?

"È un’opera comico-brillante, un divertissement, una metafora. I personaggi incarnano i tempi verbali. La protagonista è Presente, il padre Imperfetto, il nonno Passato Remoto, l’ipotetico fidanzato della ragazza è Futuro Prossimo. E’ un gioco sulla questione generazionale".

Quando ha scritto il testo?

"Dieci anni fa quando avevo l’età degli attuali attori in scena, adesso ne ho 31. La cornice era diversa, era collegato alla migrazione, futuro come diverso, altra cultura che arriva".

Ed ora?

"Adesso il futuro dello spettacolo non è né una persona, né un oggetto, non ha genere, è il nuovo che avanza e che è necessario integrare".

Cosa ha scelto per raccontare questa storia?

"La famiglia che è la base di tutto".

Perché è la prima volta che viene rappresentato nelle Marche?

"Era stato creato in ambiente accademico quando ero a Milano al Paolo Grassi, non ha mai partecipato a festival, perché è nato in un formato inusuale, strano, ibrido, dura poco più di trenta minuti, non era facile proporlo".

Arriva al Gad in forma allungata. Cosa ci ha aggiunto?

"Dieci minuti in più. Il regista Ciro Limone ha dato un taglio poetico, ci ha messo del respiro attraverso il movimento e la musica. Il gioco regge, anche il ritmo e non perde di brillantezza. Prima era più un gioco a incastri con doppi sensi, non erotici, volutamente gli attori sembravano dei burattini. Adesso la regìa è luce, c’è maggiore intensità. Io ci ho aggiunto un monologo finale di Congiuntivo che per tutta la durata della rappresentazione non parla. Congiuntivo si domanda sul tempo perduto, dà senso al tempo con taglio alla Shakespeare".

Perché manca la figura della madre in scena?

"Una scelta. Il passato è maschile, la storia è maschile, la dimensione sociale è maschile. Purtroppo. Il capo famiglia, il nonno, è relegato in soffitta, ma detta le leggi dure, il figlio, Imperfetto, lo teme, prende le regole, ma non riesce a portarle fino in fondo, perché ha una parte di dolcezza che lo condiziona. La nipote (Presente) non sceglie con chiarezza. L’ipotetico fidanzato, Futuro Prossimo, non è maschile, né femminile, è fuori da ogni genere grammaticale, rappresenta la dimensione della globalizzazione".

Lei è autore, regista, insegnante. In quale ruolo si sente più a suo agio?

"Di base sono un autore di teatro, ogni altro ruolo è una conseguenza del fatto che sono un autore teatrale".

Che rapporto ha con il nostro territorio?

"Insegno, tra le altre cose, a Urbino al Centro Teatrale Universitario “Cesare Questa“ di Urbino. Sono molto legato alla città ducale e a Pesaro".