Uguccioni
Francesco Maria I della Rovere, duca d’Urbino, morì nell’ottobre 1538 per sospetto avvelenamento "per aures", ovvero tramite le orecchie (come il padre di Amleto nell’omonima tragedia scritta da Shakespeare sessant’anni più tardi). Personaggio complesso, primo dei Rovereschi a reggere il ducato, nipote del grande Federico di Montefeltro, di Francesco Maria si ricorda fra l’altro la gagliarda guerra d’Urbino in difesa del suo Stato, perso e poi recuperato fra 1517 e 1521, ma anche l’inetto tallonamento dei lanzi di Carlo V che si avvicinavano alla Città eterna, cui infatti non evita il famoso sacco del 1527.
La morte del duca d’Urbino nel 1538 ebbe una eco internazionale: soprattutto a Venezia, perché era Capitano generale dell’esercito della Serenissima in vista di una lega contro il Turco; e anche a Roma, per via di certe tensioni connesse agli appetiti di papa Paolo III Farnese sul ducato di Camerino. Il barbiere del duca, sospettato di essere l’esecutore e torturato, fece i nomi dei mandanti Luigi Gonzaga e Cesare Fregoso, che negarono con veemenza; ma più tardi anche Pietro Aretino li additò come colpevoli.
Nel seminario, che si svolge domani dalle 15,30 in poi nella sala del Consiglio comunale di Pesaro, vengono proposte diverse riflessioni sull’assassinio a partire dall’eco letteraria, oltreché politica, mossa da un componimento di Pietro Aretino, il "Capitolo in morte del duca d’Urbino" edito a Venezia da Francesco Marcolini e a Roma da Antonio Blado.
Curiosa, questa duplice proposta editoriale, forse dovuta all’iniziativa di due importanti ambasciatori urbinati, Gian Giacomo Leonardi a Venezia e Giovanni Maria della Porta a Roma. La doppia stampa, inconsueta, lascia peraltro trasparire una doppia destinazione: nazionale, quella veneziana del Marcolini; internazionale, invece, quella romana del Blado.
Si avranno così approfondimenti in chiave storica, artistica, bibliografica e letteraria, e una lettura inedita della doppia veste editoriale dovuta agli stampatori Francesco Marcolini (…-1559) e Antonio Blado (1490-1567), noti per la vocazione sperimentale dei loro cataloghi. In particolare il testo dell’edizione romana è associato, in funzione di marca editoriale, al rovescio di una medaglia dell’imperatore Marco Aurelio. Espediente in apparenza gratuito ma assai caro alla diplomazia spagnola del tempo, perché accostava la figura del regnante Carlo V all’antico e saggio imperatore romano. Sono previsti interventi di Massimo Oro Nobili (“Pietro Aretino e l’avvelenamento tramite le orecchie del duca Francesco Maria I della Rovere“), Paolo Procaccioli (“Pietro Aretino e la corte di Urbino. Una lunga militanza“), Marcello Simonetta (“I retroscena diplomatici: Giangiacomo Leonardi e Gianmaria della Porta“), Fausta Navarro (“Monete sempre in corso. Varia fortuna dei rovesci monetali“) e Guido Arbizzoni (“Rovesci monetali, frontespizi, imprese, emblemi“).
Il seminario è proposto dalla Società pesarese di studi storici con il patrocinio dell’Università di Urbino e dell’Ente Olivieri di Pesaro e con la cortese collaborazione del Circolo della stampa di Pesaro e degli Amici della Biblioteca Oliveriana.