di Adriano Biagioli
L’ottava tappa del Giro conclusa ieri a Fossombrone è stata la classica e bella festa di popolo. Tantissima la gente che ha aspettato l’arrivo dei corridori sia lungo viale Oberdan che sul corso Garibaldi. Famiglie, bambini, giovani e meno giovani, appassionati di ciclismo o anche semplici curiosi. C’era di tutto un po’, nella folla assiepata lungo le transenne, e non solo.
Del risultato sportivo è presto detto: ha vinto il ventiduenne irlandese Ben Healy con una fuga in solitaria iniziata a una cinquantina di chilometri dal traguardo. quanto alla maglia rosa, quella rimane indosso a Leknessund, anche se per soli 8 secondi,
Tra la folla, gli appassionati come Loris Righi, da Montecchio, che per vedere la tappa si è fatto 76 chilometri (più altrettanti per il ritorno) sulla sua fida bicicletta: "A me piace il ciclismo, sia quello in tv, che seguo con attenzione, che quello pedalato. È ormai dagli anni Novanta che vado in bici. Sempre da amatore, corse ’vere’ non ne ho mai fatte, ma non è quello che conta. Per chi tifo al Giro? Per nessuno in particolare, ma certo se c’è qualche italiano che vince, son più contento…".
Gianni Bolognesi, invece, è un pensionato che viene da Reggio Emilia e in vita sua, oltre che il tecnico di macchine agricole sempre in giro per il mondo, ha fatto anche il giudice di ciclismo: "Col mio gruppo di appassionati siamo stati quasi dappertutto. Siamo arrivati fino a a Capo Nord, ma prima del Covid abbiamo pedalato anche nel golfo di Botnia, dalle parti di Luleå, in Svezia. Per chi faccio il tifo al Giro? Dico solo che conservo gelosamente la maglia di Felice Gimondi, una di quelle che indossava quando correva per la Salvarani. E poi sono stato amico di Vittorio Adorni…".
Meno "militante", diciamo, e più sul genere scampagnata, l’esperienza del Giro di Leonardo e di sua figlia Ludovica, che ha quasi sette anni: "Vengo da Urbino e questa puntata a Fossombrone per il Giro è semplicemente un’occasione per regalare a mia figlia un’esperienza allegra e festosa che quasi certamente non si ripeterà a breve… Per chi faccio il tifo al Giro? Per gli italiani, senza preferenze particolari".
Non è una tifosa né un’appassionata la signora Marielda Pedinotti, ma è sul traguardo a godersi semplicemente "questa atmosfera di festa e di pace, che di questi tempi non è poco. Le mie esperienze di bici risalgono alla gioventù, quando si andava a fare delle belle scampagnate. Per chi tifo? Per nessuno in particolare, ma mi fa molto piacere che qui a Fossombrone abbiano voluto ricordare Michele Scarponi ( morto per un incidente in allenamento nel 2017), che purtroppo non c’è più…".
Sonia Piatti sul corso ha un negozio, debitamente addobbato a festa per il passaggio della corsa rosa: "Non è che sia molto appassionata o competente, ma certo questa era un’occasione che non si poteva perdere. Bella l’atmosfera allegra e festosa, spettacolare la corsa. Se tifo per qualcuno? Per l’Italia…".
Francesco invece sul corso gestisce l’omonima gastronomia: "Bellissimo evento, organizzato in maniera davvero spettacolare. Bravi tutti, complimenti".
Daniele Evangelisti anche lui è di Fossombrone e fa il camionista: "Non sono un grande esperto di ciclismo -spiega - però l’occasione era imperdibile. Peccato solo che con tutte le strade bloccate per la tappa non ho potuto mostrare in giro la mia Renault 4 tutta addobbata in tema…".