Arnaldo Forlani era di casa ad Urbino dove poteva contare su molti amici ed estimatori, che non mancavano di rivolgersi a lui per i vari problemi della città e del territorio. Tra questi va ricordato Walter Fontana, già docente universitario, in prima linea quando si trattava di valorizzare e o di tutelare gli interessi e le peculiarità cittadine. Come avvenne nella vicenda del dipinto di Raffaello raffigurante Santa Caterina d’Alessandria. Il 10 gennaio 1991 a New York la famosa casa d’aste Christie’s indice un’asta per assegnare al miglior offerente diverse opere d’arte tra cui una piccola tempera (39 cm di altezza e 15,5 cm di base) raffigurante una nobile e bella giovane di Alessandria d’Egitto condannata al martirio per la sua fede cristiana. La notizia, apparsa sulla stampa italiana pochi giorni prima della gara, non sfugge a Fontana che decide di attivarsi, parallelamente all’allora sindaco Giorgio Londei, affinché l’Italia partecipi all’asta per acquisire l’opera. Si attacca al telefono, chiama l’onorevole Forlani, che in quel periodo ricopriva l’incarico di segretario nazionale della Dc, lo informa che, a New York, Christie’s sta per mettere in vendita una piccola tavola di Raffaello, raffigurante Santa Caterina d’Alessandria, e gli chiede se il governo non possa fare, una volta tanto, lo sforzo di cercare di assicurarsi quel prezioso dipinto del pittore urbinate. Le sue insistenze contribuiscono a sensibilizzare Forlani che si pone in contatto con il Ministro per i Beni culturali e la macchina ministeriale si mette in moto. In precedenza, il dipinto si trovava a Firenze e faceva parte di una collezione privata, i cui proprietari avevano deciso di metterlo in vendita. L’opera è stata esportata con il nulla osta della Soprintendenza andando ad arricchire la collezione del dittatore filippino Marcos. A questo punto viene presa una decisione che si può considerare "storica": per la prima volta il governo italiano partecipa ad un’asta internazionale.
Il delicato compito è affidato al soprintendente per il Polo Museale Fiorentino Antonio Paolucci il quale, a quanto risulta, aveva a disposizione circa due miliardi di vecchie lire (poco meno di un milione di euro) per compiere l’operazione. L’abilità del soprintendente Paolucci fa sì che l’Italia riesca ad aggiudicarsi l’opera per un miliardo e settecento milioni di lire. Fatto l’acquisto c’è da decidere dove collocare il quadro. A disputarsi l’assegnazione della Santa Caterina sono Urbino, Firenze, Perugia e Città di Castello. Urbino sostiene che si tratta di un lavoro giovanile di Raffaello eseguito su committenza urbinate e per Urbino. La città si mobilita e con essa il professor Fontana che, naturalmente, ancora una volta fa riferimento all’onorevole Forlani, trovando in lui piena disponibilità. E proprio da lui giungerà la telefonata con la quale comunicava l’assegnazione del dipinto alla città di Raffaello. Venerdì 14 giugno 1991 il quadro prendeva "la strada per Urbino".
Giancarlo di Ludovico