ROBERTO DAMIANI
Cronaca

Fondazione Pescheria, il pasticcio: "Il politico non può gestire soldi". Lo dice la legge, ribadita da Anac

Eppure il vicesindaco Vimini gestisce l’ente con la richiesta di fondi, anticipi, saldi agli enti finanziatori. In un caso simile, l’autority anticorruzione ha ammesso la figura politica solo come ’mera rappresentanza’.

Fondazione Pescheria, il pasticcio: "Il politico non può gestire soldi". Lo dice la legge, ribadita da Anac

Eppure il vicesindaco Vimini gestisce l’ente con la richiesta di fondi, anticipi, saldi agli enti finanziatori. In un caso simile, l’autority anticorruzione ha ammesso la figura politica solo come ’mera rappresentanza’.

e Antonella Marchionni

Non si può fare. C’è una linea di demarcazione segnata dal decreto legislativo n. 39 del 2013 che non consente a Daniele Vimini di essere seduto contemporaneamente nella poltrona di presidente della Fondazione Pescheria con incarichi gestionali e in quella di assessore alla cultura. La prima carica, infatti, in base alla norma, mal si concilia con l’altra. Quello che non va bene, secondo la normativa che disciplina i casi di "inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico", è che l’assessore Vimini di fatto svolge all’interno della Fondazione Pescheria un incarico gestionale in veste di amministratore. A chiedere infatti i fondi al Comune e ad altri enti è lui stesso che, di suo pugno, firma le richieste di contributo al suo stesso assessorato sollevando "il Comune dall’onere di qualsiasi indagine nel merito".

Negli ultimi due anni, fatta salva la sua buona fede, ha gestito circa 4 milioni di euro tra spese ordinarie e fondi straordinari per la Capitale della Cultura arrivati da Comune, Stato, Regione e sponsorizzazioni. Continuerà a farlo almeno fino a marzo 2025 visto che il sindaco Biancani, con il decreto 17 del 23 agosto, lo ha riconfermato nella propria carica di presidente. Lo stesso Statuto della Fondazione (registrato il 29 ottobre 2021, notaio Cristina Lorenzoni), all’art. 17, quando parla della funzione del presidente e delle sue prerogative, non scrive da nessuna parte che questo possa o debba essere un membro della giunta comunale ma soltanto che viene nominato dal sindaco. "Il presidente – si legge nello Statuto - esercita tutti i poteri di iniziativa necessari per il buon funzionamento amministrativo e gestionale della Fondazione".

Quegli stessi poteri che lo Statuto della Fondazione Pescheria attribuisce al presidente sono quelli che il decreto legislativo n.39 dell’8 aprile 2013 chiama "incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico" e che, secondo l’art. 7 comma 2 lettera d, non possono essere ricoperti da "coloro che nei due anni precedenti siano stati componenti della giunta o del consiglio del Comune che conferisce l’incarico". C’è un precedente che è stato l’oggetto di una delibera Anac (autorità nazionale anticorruzione), la n. 439 del 26 maggio 2021. In quella decisione dell’Anac si parla di un caso simile che riguarda l’incarico "contestato" del vice-presidente di una Fondazione analoga a quella della Pescheria che rivestiva anche la carica di vicesindaco e assessore del Comune. In quel caso l’Anac lo aveva "assolto" consentendogli di rivestire entrambi i ruoli proprio sulla base del fatto che, non gli era stata attribuita "alcuna delega gestionale diretta da parte del consiglio di amministrazione", diversamente "l’incarico di vice-presidente risulterebbe inconferibile", in altre parole nullo dall’origine. A maggior ragione quello di presidente.

L’assessore e vicesindaco Daniele Vimini, nella sua veste gestionale, firma richieste di fondi sia a titolo di anticipo sia come saldo dietro rendicontazione delle spese. A volte riceve più di quanto chieda, per errore s’intende. Come una richiesta del 15 marzo 2024 dove, a causa di un copia-incolla forse troppo frettoloso, la richiesta di 500mila euro in base alla determina 540 del 6 marzo 2024, non viene replicata nel testo dove invece compare la cifra di 117mila e 600 euro. Soldi, questi ultimi, che corrispondono alla determina 105 del 26 gennaio 2024 e a una richiesta di soldi del 13 febbraio 2024. L’amministrazione comunale ha comunque pagato i 500mila euro che figuravano solo nell’oggetto e non nella richiesta. Certo, erano previsti nel budget e prima o poi sarebbero arrivati nella cassa della Fondazione, ma in questo caso non c’è stato nemmeno bisogno di chiederli. In natura, succede a pochi.