ROBERTO DAMIANI E ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

Finanza e polizia indagano su Arceci, al lavoro in Comune ma senza contratto

Gli accertamenti si sono concentrati sulla figura dell’ex capo di gabinetto della giunta Ricci andato in pensione nel febbraio 2021, per poi avere due collaborazioni annuali fino al 2023

Franco Arceci con gli uomini della Finanza durante la perquisizione del 10 ottobre, a destra la targa in Comune col suo nome

Pesaro, 31 ottobre 2024 – C’è la targhetta fuori dalla porta col suo nome e cognome: “Franco Arceci”. Non c’era la necessità di specificare altro. E in effetti, dal primo gennaio 2024, di cariche o ruoli non ne ha più. Ma nel corridoio del piano istituzionale del palazzo comunale Franco Arceci, che si ritrova indagato per concorso in corruzione nell’inchiesta su Affidopoli, non ha bisogno di avere un titolo per entrare nel “suo” ufficio.

Ma questa spiegazione non è stata sufficiente per gli agenti della squadra mobile e per i militari della guardia di Finanza che ieri mattina sono tornati in piazza del Popolo in Comune, al primo piano, per capire se Arceci possa considerarsi o meno un collaboratore abusivo. Hanno parlato a lungo con la vice segretaria comunale e capo del personale Paola Nonni per ricostruire gli incarichi, i ruoli e l’iter lavorativo di Franco Arceci che, in quello stesso ufficio con un foglio A4 con scritto il suo nome, lo scorso 10 ottobre, è rimasto sette ore di fila in compagnia degli inquirenti che hanno perquisito la stanza.

“Arceci perché è qui? Qual è il suo ruolo? Perché ha un ufficio?”. Gli inquirenti erano nell’ufficio di Paola Nonni mentre cercavano risposte a questi domande attraverso la documentazione fornita dalla dirigente. E mentre gli investigatori domandavano, tre passi più in là nella porta esattamente di fronte, Arceci era alla sua scrivania come quasi ogni mattina, di fianco al telefono fisso con un proprio interno e al pc di cui 20 giorni fa è stata fatta copia forense.

Gli inquirenti hanno ricostruito quindi i pezzi del puzzle della carriera di Arceci da quando, a febbraio 2021, è andato in pensione avendo compiuto 67 anni il 7 febbraio di quell’anno. Da lì è rimasto nelle file dell’amministrazione comunale per un anno come volontario a titolo gratuito.

Poi, nel 2022, è stata trovata una soluzione diversa. In base alla determina n. 3323 del 07/12/2022 firmata dal dirigente Maurizio Severini (che ieri è stato ascoltato dagli inquirenti insieme alla vice segretaria) ha ricevuto un “incarico di supporto al responsabile unico di procedimento per operazioni preliminari tecnico-organizzative”. Si è trattato di un incarico di collaborazione per il quale è stata stanziata una somma di 5mila euro annui riconducibile ad un capitolo di spesa relativo al solo 2022. La soluzione per giustificare la sua presenza in ufficio nel 2023 è stata invece trovata quasi a fine anno, il 5 ottobre 2023 con la determina n. 2496 firmata dallo stesso dirigente che aveva siglato la prima in cui gli si conferiva lo stesso incarico di supporto specificandone la scadenza “fino al 31/12/2023 per un compenso lordo pari a 5.600 euro”.

La stessa determina specifica anche che “non è ammesso il rinnovo, ma l’eventuale proroga dell’incarico originario è consentita, in via eccezionale, al solo fine di completare il progetto e per ritardi non imputabili al collaboratore ma devono essere preventivamente determinati durata, oggetto e compenso”. La proroga non c’è stata ma Franco Arceci forse la considerava certa. Almeno fino a ieri.