Pesaro, 15 ottobre 2018 - «Ho detto la verità. Non è che sono tranquillo, però molto meglio ora di un anno e mezzo fa che non potevo parlare. Ho potuto solo ascoltare cose dette da altri, giuste o sbagliate che siano. Ora invece ho potuto parlare io. E siamo riusciti a fare venire fuori la verità. Di questo ringrazio i miei avvocati». Così Filippo Magnini dopo 5 ore di discussione davanti al Tribunale antidoping chiamato a decidere sulla richiesta di 8 anni di squalifica da parte della Procura sportiva. Decisione che arriverà il 6 novembre.
AGGIORNAMENTO Quattro anni di squalifica. Lui: "Sentenza ridicola"
I giudici hanno voluto prendere altro tempo prima di emettere il verdetto sul campione pesarese. «È un caso complesso. Anche perché ci sono io» spiega Magnini (video). Una decisione su cui il nuotatore spera che pesino i fatti, la sua carriera. Ma soprattutto la sua verità. La verità di «chi è totalmente estraneo ai fatti» sottolinea. Magnini ha anche risposto che rifarebbe quello che fatto con Guido Porcellini, il medico nutrizionista a processo a Pesaro per traffico di doping. "Se tornassi indietro, mi rifarei probabilmente seguire da Porcellini perché con lui ho fatto solo cose lecite. Ha seguito tanti atleti".
Fuori dall'aula dell'udienza, ad attendere il campione, c'era anche la fidanzata e conduttrice televisiva Giorgia Palmas (FOTO), pronta a dargli man forte. I giudici sportivi sono chiamati a decidere sulla richiesta di squalifica a 8 anni avanzata dalla Procura sportiva. L'accusa per Magnini è di uso o tentato uso di sostanze dopanti, favoreggiamento, somministrazione o tentata somministrazione di sostanze.
La procura antidoping nel luglio scorso aveva chiesto gli 8 anni di squalifica per il due volte campione del mondo.
I guai giudiziari per il pesarese sono cominciati con l'inchiesta della Procura di Pesaro su un traffico di doping che sarebbe stato gestito dall'ex nutrizionista di Magnini, Guido Porcellini (già squalificato a vita dall’antidoping), e da un suo amico e collaboratore, Antonio De Grandis. Da quelle carte, inviate alla Procura sportiva di Roma, si è aperta l'inchiesta contro Magnini. E oggi il processo.
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