Pesaro, 6 giugno 2018 - Filippo Magnini (FOTO), indagato dall’antidoping per consumo o tentato consumo di sostanze dopanti e favoreggiamento, e somministrazione o tentata somministrazione di sostanza vietata, ora rischia grosso. Otto anni di squalifica, è la richiesta della Procura di Nado Italia. E' quanto compare nel deferimento emesso ieri mattina, notificato anche alla Fin e alla società di appartenenza.
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Magnini e Giorgia Palmas, amore a gonfie vele / FOTO
Il collega ed ex compagno di Nazionale Michele Santucci, la richiesta è di 4 anni. Saranno giudicati, non prima di settembre, dalla prima sezione del Tribunale di Nado Italia. Confermata la totale estraneità di Federica Pellegrini.
A dicembre Re Magno aveva detto addio al nuoto, spieganto però che nella decisione non aveva influito l'inchiesta sul doping. "Sono molto sereno", aveva detto in merito all'inchiesta della Procura di Pesaro riguardante sostanze dopanti e medicinali che sarebbero stati commercializzati dal medico nutrizionist Porcellini, che aveva portato all'apertura dell'indagine da parte della Procura antidoping di Nado Italia. "Ci sono 27 anni di controlli nella mia carriera, che è sempre stata lineare e i fatti parlano da soli", aveva dichiarato Re Magno. "Ho deciso di smettere in un momento felice, perchè non volevo farlo dopo una Olimpiade o una gara andata male. Smetto perchè sono pronto a fare altro".
"La procura di Nado Italia chiede otto anni di squalifica per Magnini? E' importante specificare che è una richiesta, ben lungi dall'essere un giudizio definitivo sulla questione". Lo ha dichiarato il presidente del Coni Giovanni Malagò, commentando la notizia riportata da alcuni organi di stampa riguardo alla presunta richiesta di otto anni di squalifica avanzata dalla procura antidoping di Nado Italia per l'ex nuotatore Filippo Magnini. "Commentare sarebbe un errore da parte mia - ha aggiunto il numero uno dello sport italiano a margine di un evento al Foro Italico - Nado Italia è indipendente dal Coni. Nel leggere questa notizia io sono spettatore, anche se interessato".
MAGNINI SI DIFENDE - Magnini va al contrattacco: "È un'evidente ingiustizia", dice. E poi: "Dopo tutta la collaborazione prestata nelle indagini in questi otto mesi di strazio per me, leggo il mio nome ancora sbattuto in prima pagina accostato alla parola doping nonostante, ripeto, la Procura della Repubblica di Pesaro abbia già chiuso il caso dichiarandomi totalmente estraneo ai fatti. Dopo otto mesi di silenzio, oggi, la mia anima ribolle perché questa indagine è vergognosa - aggiunge l'ex iridato - e perché la conclusione, che la Procura antidoping ha fatto propria su fatti che ho circostanziatamente smentito e ri-smentito, è l'essenza dell'ingiustizia più evidente".
"Al momento opportuno e nelle sedi preposte - fa sapere l'ex azzurro - tramite i miei legali, porterò alla luce le gravi manomissioni e il tentativo di muovere a mio carico accuse prive di fondamento che hanno caratterizzato questa indagine-farsa a mio danno".
"Ora posso tornare sereno nel mio silenzio 'giudiziario' - prosegue Magnini - per rispettare, ancora una volta la funzione del Tribunale che giudicherà simili richieste di squalifica. Ma soprattutto posso, invece, continuare orgogliosamente e coraggiosamente, come continuerò anche a dispetto di chi vorrebbe farmi tacere, ad alzare la mia voce e il mio ventennale esempio agonistico contro il doping".
Magnini ricostruisce quindi la sua vicenda ricordando "il 2 ottobre scorso (8 mesi fa!) la prima convocazione della Procura antidoping. Mai prima d'ora, in 20 anni di carriera sportiva ai massimi livelli, era mai comparso il binomio Magnini-doping se non per, e nelle, mille battaglie contro il doping alle quali ho prestato la mia immagine e la mia anima", aggiunge l'ex azzurro ricordando che nella "prima audizione il 30 ottobre ho dato puntuale e totale riscontro ai Procuratori Antidoping sui fatti rilevati dalla Giustizia ordinaria penale per la quale non sono mai stato indagato e che comunque ha PROSCIOLTO la mia posizione non avendo mai indicato il mio nome nelle sue richieste di giudizio. Poi una seconda audizione (sei mesi dopo la prima) nella quale la Procura antidoping mi ha interrogato sugli stessi identici fatti di 6 mesi prima. Anche in questo caso ho risposto e ribattuto punto-per-punto ogni pretesa contestazione. Otto mesi da mostro in prima pagina, che ho affrontato nella consegna del più serrato silenzio per il rispetto innato che ho dell'attività e della funzione degli inquirenti sportivi. Oggi la richiesta della Procura antidoping di O-T-T-O anni di squalifica. Ora parlo io!».