SALTARA (Pesaro e Urbino)
E’ rimasto seduto di fronte al giudice senza pronunciare una parola. Ezio Di Levrano, il 54enne accusato di aver ammazzato la moglie Ana Cristina Duarte Correia, 38 anni, si è avvalso della facoltà di non rispondere all’udienza di convalida del fermo che si è svolta ieri mattina dinanzi al gip. L’omicidio è avvenuto venerdì notte intorno alle 2 nella casa di Saltara, dove la coppia abitava insieme ai tre figli di 6, 13 e 14 anni. I minori hanno visto il padre mentre, al culmine di una lite con Ana, affondava più volte il coltello nell’addome della donna, dopo aver verificato, ferendosi da solo il braccio sinistro, che la lama del coltello a serramanico che aveva afferrato funzionasse bene. Le grida di aiuto che provenivano dalla cucina hanno spezzato il silenzio e i vicini hanno chiamato i carabinieri.
Le uniche parole l’omicida le ha pronunciate ieri al proprio avvocato d’ufficio Gaia Vergari che, prima dell’udienza, è andata a trovarlo in carcere. "E’ molto provato, molto addolorato per i suoi figli – ha commentato il legale all’uscita dall’aula –. Mi ha chiesto di loro. Sono la sua preoccupazione principale". Ezio Di Levrano ha poi nominato un legale di fiducia, il penalista Salvatore Asole. I figli della coppia sono stati affidati ora a una comunità protetta e sabato pomeriggio i due figli maggiori hanno raccontato al magistrato cosa hanno visto e come hanno cercato di soccorrere la mamma in fin di vita. La donna è deceduta poco dopo le 4 all’ospedale di Ancona. Dopo l’accoltellamento della moglie il 54enne era fuggito nascondendosi tra la vegetazione nel campo sportivo vicino casa. I carabinieri, in poco tempo, hanno bloccato ogni via d’uscita e sono riusciti a impedire la fuga dell’uomo. Si indaga sul movente e prende corpo la pista della gelosia.
"Denunciare le violenze è fondamentale" E’ l’esortazione della procuratrice Maria Letizia Fucci. La storia di Ana, infatti, si inserisce in un contesto purtroppo consolidato di violenze familiari, che il Codice rosso non sempre riesce ad arginare. I carabinieri avevano ricevuto la segnalazione il 2 settembre da parte del coniuge della vittima, il quale aveva riferito ai militari che la moglie si era allontanata da casa. Il 3 settembre i militari avevano ascoltato Ana che aveva raccontato di essere fuggita dalle violenze del marito senza, tuttavia, voler sporgere querela. I carabinieri l’avevano avvisata di rimanere lontano da casa dicendole di segnalare qualsiasi avvicinamento. "Abbiamo ricevuto la notizia di reato il 4 nel tardo pomeriggio – racconta la procuratrice – e la mattina del giorno seguente il fascicolo è stato subito iscritto. Neanche un’ora dopo era già stata assegnata la delega al pm. I militari l’avrebbero ascoltata nuovamente il 7, nei termini previsti dal Codice rosso, ma purtroppo non è stato possibile. La notte tra il 6 e il 7, forse per vedere i figli, Ana Cristina è tornata a casa senza avvisare i militari".