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Fano Jazz by the Sea 2023 Clarke, il boss dei Grammy Awards

Fedele al sound elettrico, combina armonie e improvvisazioni con influenze rock, funk, R&B, hip-hop

Fano Jazz by the Sea 2023 Clarke, il boss dei Grammy Awards

di Claudio Salvi

Il popolo di Fano Jazz by the Sea, habituè negli anni ai big della fusion, avrà anche quest’anno il suo momento clou con Stanley Clarke attesissima star di questa edizione. Il celebre bassista americano, già ospite in passato del Festival, salirà questa sera sul palcoscenico della Rocca Malatestiana (ore 21,30) insieme ai componenti della sua 4ever band, che schiera accanto all’autorevole leader il sassofonista Emilio Modeste, il chitarrista Colin Cook, il pianista e tastierista Beka Gochiashvili, il batterista Jeremiah Collier; guest la vocalist californiana Natasha Agrame. Biglietti (30 euro, ridotto 25).

Ma il programma della giornata prevede diversi altri appuntamenti, due dei quali alla Pinacoteca San Domenico: alle 17,40, il primo degli incontri con Carlo Cerrano che parlerà di crisi climatica, ambiente marino e migrazioni; alle 18,30, per la sezione Exodus, il talentuoso fisarmonicista Vince Abbracciante. Anche il Jazz Village si farà in due: alle 19,45 con il quintetto del contrabbassista Jacopo Ferrazza e alle 23 i Cassini’s Last Image. Ma veniamo all’indiscusso protagonista della giornata. Stanley Clarke, a tutt’oggi uno dei massimi virtuosi del contrabbasso e del basso elettrico, vincitore di quattro Grammy Awards che torna a Fano, dopo il suo applauditissimo concerto nel 2018. Questa volta si presenterà con i suoi 4ever. Una band che enfatizza la legacy jazz fusion di gruppi storici come i Return To Forever nei quali lo stesso leader ha militato in passato.

Fedele all’evoluzione del jazz elettrico, Stanley Clarke e i suoi giovani partner propongono, quindi, una potente combinazione di armonie e improvvisazioni jazz con influenze rock, funk, R&B, hip-hop e musica elettronica. Stanley Clarke è stato il primo fenomenale virtuoso di uno strumento che nel jazz ha fatto capolino con l’avvento, sul finire degli anni Sessanta, del jazz-rock; prima quindi del travolgente arrivo sulle scene di Jaco Pastorius.

Da giovane suonava la fisarmonica, poi il violino, il violoncello e, infine, il contrabbasso, strumento con il quale si sarebbe messo in luce accanto a Gil Evans, Mel Lewis, Horace Silver, Stan Getz, Dexter Gordon e Art Blakey.

Poi, con l’entrata nei Return To Forever, il passaggio al basso elettrico, in piena sintonia con la musica sempre più elettrica ed eclettica della band guidata da Chick Corea. Da lì i primi album da solista (sopra tutti School Days, annata 1976) e la collaborazione con un altro tastierista di vaglia, George Duke.