Ex Banca d’Italia, l’affare è fatto L’edificio di via Rossini alle Dogane

Dopo anni di attesa, definito il destino dello stabile: il passaggio avverrà ufficialmente domani. Ora i nuovi proprietari libereranno la sede tra via Cecchi e via Calata Caio Duilio che è dei Berloni

Ex Banca d’Italia, l’affare è fatto  L’edificio di via Rossini alle Dogane

Ex Banca d’Italia, l’affare è fatto L’edificio di via Rossini alle Dogane

I segnali erano chiari: perché dalla rampa di accesso al cortile della Banca d’Italia in via Rossini, sono spariti dalla sera alla mattina tutti i tavolini e gli ombrelloni del dirimpettaio bar del cinema Astra. Quindi cancelli aperti. Che succede? La risposta è arrivata ieri mattina direttamente dalla sede di Bankitalia di Ancona: "Lo stabile non è più di competenza nostra perché dal 13 (cioè da domani ndr) passerà alle Dogane e Monopoli di Stato.

Quello che succede è che da lunedì entreranno nei locali di via Rossini gli operai per effettuare alcuni lavori. Che non dovrebbero sconvolgere l’attuale assetto del palazzo perché non è stata presentata nessuna domanda allo sportello unico del Comune.

Dopo che erano sfumate una serie di trattative con privati e imprese, da ormai diversi mesi la sede di Bankitalia, assieme ad altre filiali, era entrata in un ‘pacchetto’ immobiliare che vedeva dall’altra parte del tavolo l’agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato. Quanto è stata pagata? Questo non si sa e forse non si verrà mai a sapere. L’unica cosa certa che le prime valutazioni parlavano di 3,5 milioni di euro, tenendo conto che lo stabile è in buone condizioni. Dopodiché la cifra era scesa, visto il mercato intorno ai 2,5 milioni.

Comune fine della storia, quella della filiale della banca di Stato in città, dopo tre triangolazioni: la prima sede in via Mazza dove oggi c’è palazzo Aymonino; quindi nel palazzo che oggi ospitata il negozio Ratti , dopodiché nel 1966 si decide di edificare la nuova sede, quella attuale. L’incarico viene dato all’architetto Gaetano Minnucci senza lesinare sul contratto di appalto. Una storia che si ferma nel 2018, quando Roma decise che tutte le competenze passavano sotto Ancona, per cui la sede di via Rossini chiudeva.

Si è davanti a un edificio di 4274 metri quadrati: quattro piani più un interrato dove una volta c’erano i caveau blindati. All’ultimo piano, il sottotetto viene utilizzato come deposito e magazzino ed è dotato anche di terrazzi. Al piano terra c’e un ampio salone dove si snodavano a ferro di cavallo tutti i vari sportelli per le pratiche. Al primo piano uffici ancora uffici e quindi le aree del dopolavoro. Al secondo piano ci sono due alloggi riservati al direttore ed al vicedirettore che sono rispettivamente di 360 e di 350 metri quadrati. Quindi al terzo piano ci sono altri due appartamenti da 160 metri quadrati per i funzionari più alti e vi è anche una piccola palestra.

Tra le varie ipotesi che si erano fatte – vista la posizione e cioè duecento metri dal mare e cento da piazza del Popolo, si era pensato anche ad un hotel, ma tutte le varie possibilità, compresa quella residenziale, sono sfumate. Ed il perché è legato al piano interrato e quello dove sono vennero realizzati i caveau: muri di cemento armato rinforzati con barre di acciaio. Un vero e proprio bunker nel quale scendevano i camioncini blindati per prelevare le banconote che dovevano anche andare al macero. Un bunker che si porta dietro due problemi: per utilizzare gli oltre mille metri quadrati dell’interrato bisognerebbe eliminare tutte le stanze blindate. Un lavoro calcolato intorno ai 7-800mila euro. Ma non c’è solamente questo tipo di problema, perché questo bunker avrebbe anche una funzione statica e cioè sarebbe funzionale alla stabilità dell’edificio, una specie di struttura portante.

Un domino, comunque, la cessione della sede della Banca d’Italia all’agenzia delle Dogane e Monopoli di Stato, perché andrà a liberare, non si è capito bene fra quanti mesi, gli attuali locali che le Dogane hanno in affitto dalla società Silver Fox – l’immobiliare della famiglia Berloni – e cioè il blocco che corre, su due piani, tra la fine di via Cecchi, via Calata Caio Duilio e quindi la retrostante via della Sanità. Un edificio di poco meno di mille metri quadrati dove attualmente lavorano 9 persone dalle iniziali 22. La società Silver Fox, tra le ipotesi messe in campo,anche se l’edificio ha più di 70 anni e quindi può avere dei vincoli, aveva anche quello di una totale ristrutturazione al fine di ricavarci una serie di appartamenti per uso civile.

m.g.