ADRIANO BIAGIOLI
Cronaca

Ex Asur condannata a pagare i costi della Rems

Il tribunale di Urbino ha accolto le richieste degli esecutori dei lavori. La struttura poi non è mai stata aperta

L’ipotetica Rems di Fossombrone risalente alla giunta Pelagaggia

L’ipotetica Rems di Fossombrone risalente alla giunta Pelagaggia

Rems, una storia infinita. Nella vicenda travagliata della “Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza“ costruita ma mai aperta nei pressi dell’ospedale di Fossombrone, adesso si inserisce una sentenza del tribunale civile di Urbino (del 28 febbraio) che ha condannato la allora Asur a risarcire l’associazione temporanea di imprese che prese l’appalto. La Rems di Fossombrone era un progetto dell’Asur da 3 milioni di euro, che la giunta 5 Stelle (2016-2021) ereditò dalla precedente giunta Pelagaggia. Un comitato di cittadini si oppose alla sua realizzazione. Per via, dissero, di presunti abusi edilizi e paesaggistici. Il sindaco Bonci affermò che l’opera presentava vizi rispetto al Prg e alla normativa paesaggistica. A seguito di un’ordinanza di demolizione emessa dall’Urbanistica a dicembre 2017, l’Asur fece ricorso al Tar, chiedendo al Comune due milioni di euro di danni. L’ordinanza di demolizione fu dichiarata illegittima dal Tar, ma i lavori non sono mai ripresi. Ci fu anche un’indagine penale che finì con un’archiviazione. Oggi arriva questa sentenza civile. In sostanza la domanda delle imprese costruttrici è stata accolta perché il tribunale ha ravvisato un grave inadempimento da parte della "stazione appaltante" (l’Asur) nella gestione della commessa. Dall’istruttoria, condotta tramite un perito d’ufficio e sulla documentazione, è risultato che la direzione dei lavori ha apportato modifiche al progetto esecutivo senza preventiva approvazione, disponendo unilateralmente 5 perizie di variante, di cui solo l’ultima è stata validata dal responsabile unico del procedimento. Ciò – dice il tribunale – ha causato incertezza sulle opere da realizzare e un’anomala gestione dell’appalto, con l’appaltatore obbligato a eseguire lavori non ancora ufficialmente approvati. Non solo: le modifiche apportate dalla “Stazione Appaltante“, anche a seguito delle denunce del Comitato dei Cittadini contro la Rems e dell’ordine di sospensione dei lavori da parte del Comune, hanno alterato il quadro economico e il computo metrico, nonostante molte lavorazioni fossero già state eseguite e contabilizzate. Il mancato pagamento di uno stato di avanzamento ha poi contribuito al deterioramento del rapporto contrattuale. Il perito del giudice ha evidenziato che l’inerzia e l’atteggiamento della Asur, tra continue modifiche e mancate approvazioni delle varianti, hanno provocato ritardi e danni all’appaltatore. La decisione del tribunale dichiara pertanto la risoluzione del contratto per inadempimento e riconosce il diritto dell’appaltatore al risarcimento dei danni. In soldoni: 457mila euro e spicci di risarcimento più gli interessi, più 22mila euro di spese processuali, più, infine, il compenso al perito del tribunale.

a. bia.