"Il metanodotto che taglia l’Appennino è così necessario e sicuro? Quanto vale un esproprio di terreno in Appennino? È giusto pagare quella terra una cifra per la quale a Pesaro ti riderebbero in faccia?". Gli espropri di cui si parla sono quelli partiti da qualche tempo tra Mercatello sul Metauro, Apecchio e Borgo Pace e questi sono solo alcuni dei dubbi del movimento “No Tubo“ che si è creato per tutelare l’Appennino dal progetto del colossale gasdotto Snam. Quest’opera attraverserà nove regioni per quasi 700 chilometri totali, tagliando l’Italia da Brindisi a Minerbio, in provincia di Bologna, per trasportare metano: "Si parla di un tubo di un metro di diametro che trasporterà idrocarburi a grandissima pressione – spiegano dal comitato No tubo –, una cosa che può potenzialmente anche essere pericolosa. Questo metanodotto entrerebbe in territorio provinciale provenendo dai boschi di Pietralunga, in Umbria, e continuerebbe per 11 chilometri in territorio di Apecchio, in zona prevalentemente boscosa, poi arriverebbe in territorio di Mercatello sul Metauro, avvicinandosi anche alle zone abitate, fino ad arrivare sotto a un luogo di pregio come Castello della Pieve. Da qui risalirebbe per alcuni chilometri in direzione Borgo Pace dove, dopo 2,5 chilometri, seguendo la direttrice di Passo della Spogna entrerebbe in Toscana, direzione Sestino. Il progetto, inoltre, non servirebbe a portare il metano in zone non servite dalla rete, come Mercatello, poiché è una grande infrastruttura di servizio e non per le utenze domestiche".
Il metanodotto trasporterà gas a 76 atmosfere, passando in alcuni punti anche a 30 metri dalle case: "Saranno svalutate e messe a rischio – precisano i No Tubo –, una precedente esplosione di un gasdotto in provincia di Teramo ha infatti creato danni fino a cento metri di distanza, così come un recente episodio in Valmarecchia". Nonostante di questo progetto si parli da anni e le associazioni ecologiste abbiano più volte protestato e inviato note critiche alle amministrazioni competenti, il progetto è partito nella nostra regione, come dimostrano gli espropri che continuano ad arrivare ai proprietari dei terreni. E questa è un’altra questione: "Per grandi appezzamenti di terreno Snam Spa riconosce cifre irrisorie, di poco sopra ai mille euro. Per quella cifra a Pesaro non si espropria nemmeno un fazzoletto di terra o un giardino. Eppure è qui che ci sono aria buona e nascono fiumi e ruscelli che ci danno acqua potabile. È questo il rispetto delle comunità locali? Quest’opera è dannosa, costosa e sovradimensionata per il consumo interno ma utile solo a creare profitti con l’esportazione del gas in Europa".
Andrea Angelini