Emergenza idrica, la ricetta di Ferraro: "La soluzione sono i piccoli invasi"

L’esperto ambientale indica la strada per fare fronte alla carenza di acqua: "Non si può più attendere"

Emergenza idrica, la ricetta di Ferraro: "La soluzione sono i piccoli invasi"

Emergenza idrica, la ricetta di Ferraro: "La soluzione sono i piccoli invasi"

La questione dell’invaso idrico torna attuale: il sindaco di Urbino solleva la necessità e spinge per arrivare ad una decisione. Quello di Pesaro uguale, sollecitando i tecnici e la politica. Oggi interviene nuovamente Pierluigi Ferraro, urbinate e collaboratore della capogruppo M5S in Regione Marta Ruggeri, nonché già assessore all’ambiente a Montelabbate. Ferraro a febbraio era intervenuto sul tema e diceva che non c’era congruenza tra le proposte e il progetto Rete Laghi.

Quindi?

"Ad agosto 2021, fresco di nomina ad assessore all’ambiente di Montelabbate, chiesi all’Aato di promuovere uno studio terzo riguardo le soluzioni alla crisi idrica presente da anni, principalmente a causa dell’aumento dei consumi, le colture agricole e i cambiamenti climatici. Lo studio delle tre Università (compresa quella di Urbino) e presentato a gennaio scorso, mi ha lasciato perplesso quando si è analizzata la proposta di una rete di laghi lungo i fiumi in antitesi al grande invaso. Lo studio, nonostante la mia richiesta formalizzata in Aato, di fatto non l’ha presa proprio in esame, se non un generico richiamo al Dl Siccità del Governo Meloni che limita la realizzazione, in edilizia libera, di piccole vasche con capienza massima di 50 metri cubi per ettaro di terreno coltivato".

Secondo lei c’è una soluzione?

"Come ci ricorda l’Osservatorio Serpieri di Urbino la quantità di precipitazioni durante l’anno più o meno sono sempre la stessa, a modificarsi è la modalità. Ovvero precipitazioni sempre più brevi ma intense, e la distribuzione a macchia di leopardo. Chiedo agli esperti se è logico concentrare tutti gli forzi di una comunità su un solo invaso, o meglio mini impianti (definita Rete dei Laghi) distribuiti lungo il corso dei fiumi così da aumentare le probabilità di intercettare le bombe d’acqua?".

A tempi come siamo?

"Tra progettazione, costruzione e riempimento di un grande bacino come verrebbero Gambini e Biancani servirebbero, a detta degli esperti, minino 15 anni. Mentre per un lago di media grandezza, un paio di anni e, importante, si possono costruire simultaneamente"

Qual è il nesso e il suo legame con la progettazione ambientale?

"Oltre alle esperienze che ho avuto sono vicino, anche come riferimento riguardo l’aspetto normativo, alle associazioni ambientaliste del territorio. Non sono portatore di interessi personalistici o di un gruppo economico".

Cosa risponde a Gambini e Biancani ?

"Il sindaco di Urbino, per sua natura è un accentratore, così può controllare più facilmente e indirizzare le proprie volontà, e i grandi impianti hanno anche questo risvolto. Riguardo il neo sindaco di Pesaro, ho avuto modo di seguirlo nei consiglii regionali delle ultime due legislature e non ricordo azioni concrete messe in campo. Da questo ruolo proprio lo scorso marzo è stato protagonista di un atto a tema dove, fra le richieste, c’era la proposta dei dissalatori marini. L’Ad di Mms Tiviroli disse, e su questo argomento la pensiamo uguale, che i dissalatori hanno senso in zone dove non c’è acqua, da noi invece c’è in abbondanza ma, proprio alla luce dei cambiamenti climatici, dobbiamo essere capaci di intercettarla quando dai monti scende al mare. I dissalatori sono fortemente energivori e in Italia siamo la regione peggiore riguardo il deficit energetico. Poi producono importanti quantità di salamoia, un rifiuto che poi va smaltito".

Francesco Pierucci