Dopo ’Chi l’ha visto’, altri appelli: "Restituiteci il quadro rubato"

La Madonna del Divino . Amore fu trafugata nel 1969. dal Santuario di San Costanzo

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A fine gennaio scorso, per ritrovarlo, il parroco di San Costanzo don Stefano Maltempi ha fatto anche un video-appello pubblicato sulla pagina ufficiale Facebook della trasmissione di Rai 3 ‘Chi l’ha visto?’, ma a distanza di due mesi e mezzo neppure questo tentativo ha sortito effetto. Chi deve tornare a casa, in questo caso, non è una persona, ma un quadro sparito, anche se sarebbe meglio dire rubato, 50 anni fa dal santuario del ‘Divino Amore’, vicino alla frazione di Cerasa. "Si tratta di un olio su tela che raffigura l’immagine, considerata miracolosa, della Madonna del Divino Amore – sottolinea Nadia Battistelli, 70enne, appassionata di storia e di arte locale – di cui ora, nel luogo di culto è presente una copia, che ha ben poco a che vedere con la dolcezza che sapeva trasmettere l’originale, che io ho la fortuna di ricordare".

Proprio Battistelli contattò ad inizio anno la redazione di ‘Chi l’ha visto?’ "E’ una trasmissione che si occupa di persone scomparse, ma forse si può fare un’eccezione per un’opera d’arte molto cara a un’intera comunità – mi sono detta – e così ho mandato una e-mail. Poi ho avuto dei colloqui telefonici e infine ho coinvolto don Stefano per il video. La mia speranza era che questo quadro, 60x70 centimetri, attribuito al pittore fanese del ‘700 Sebastiano Ceccarini, e sparito, secondo le testimonianze raccolte, nel 1969, potesse essere ritrovato. Al momento, però, non è emerso nulla che faccia presagire una felice conclusione, anche se io continuo a crederci. Anzi, siccome il 25 aprile ci sarà la festa nel santuario del ‘Divino Amore’, spero nel miracolo. O meglio, che leggendo questo secondo appello sul Carlino, a chi la detiene impropriamente si intenerisca il cuore e decida di rimettere l’immagine al sul posto, anche in incognito. In fondo, la chiesetta è aperta dalle 8 alle 19,30 e c’è la possibilità di riportare il quadro senza farsi notare. Alcuni voci vorrebbero che l’opera si trovi a Fano. Non so se è vero, ma spero tantissimo possa tornare a San Costanzo".

Sandro Franceschetti