
L’ettaro e mezzo sull’Ardizio visto dall’alto
Pesaro, 19 novembre 2024 – Sull’Ardizio, con lo sguardo che dal verde vola verso il mare, nascerà ‘il bosco di Olmo’. Si estenderà per un ettaro e mezzo. Del resto per fare un albero, prima del seme, ci vuole un terreno e quello l’ha messo a disposizione del bene comune, un privato: Simone Tagliabracci, babbo di un bambino di terza elementare, imprenditore nel campo dell’edilizia. In verità il fondatore della Tagliabracci Group ci pensa da un po’.

"Dopo che queste piante saranno abbastanza forti da non temere di essere calpestate – racconta Tagliabracci che ha acquistato le 1.400 essenze, tra arboree e arbusti della macchia mediterranea – vorrei aprire il bosco al pubblico: immagino sia un’area pic-nic per le famiglie e sia una parte che si presti al raccoglimento, alla meditazione, al vivere in modo semplice e diretto, la natura. Nei giorni di aere terso si può godere di una bellissima visuale sul mare".
Il "Bosco di Olmo" sarà, quindi, un “bosco aperto al pubblico”?
"Sì".
Olmo è il nome di suo figlio?
"No, come nome è un po’… impegnativo. L’idea di Olmo nasce dalla visione del film ’900 di Bernardo Bertolucci. Ci sono due bambini e il figlio del contadino si chiama Olmo. Mi ha sempre affascinato questo film da quando ero ragazzo".
Perché l’esigenza di piantare un bosco?
"Nel mio caso, la speranza è di vedere un mondo più verde, più green. È un valore che prima di tutto vorrei diffondere e divulgare tra i bambini, i primi destinatari di un futuro sostenibile. Se facessimo ognuno di noi un pezzettino, alla lunga il risultato, sotto gli occhi di tutti sarebbe veramente significativo".

Dal bosco alla transizione verde: di fatto è una questione di cultura, priorità e valore sociale...
"Vorrei trasmettere un messaggio chiaro affinché chi ha possibilità di fare si attivi, anche in prima persona. Non servono gesti faraonici: serve l’impegno di tutti. Molti imprenditori investono nel calcio, nel volley: si tratta di benefici per la comunità perché c’è una forte ricaduta, in termini di coinvolgimento, dei giovani. Se con la stessa energia ci dedicassimo alla promozione della cultura green, sensibilizzando la comunità, sono convinto potremmo fare la differenza. Se non altro tentare di invertire la rotta evitando inquinamento, sprechi e valorizzando le risorse preziose".

La messa a dimora dei 1400 alberi tra cui querce e lecci, ma anche arbusti di biancospino, prugnoli e ginestre è iniziata in questi giorni, anche grazie al contributo degli studenti dell’Agrario Cecchi, coordinati dall’associazione ambientalista Lupus in Fabula e dalla società Terramare. Giovedì mattina, “Festa nazionale degli alberi”, a dare una mano ai più grandi, per piantare gli alberi dl Bosco di Olmo, arriveranno anche i bambini di infanzia e primaria.