L’emendamento ‘salva Riceci’ non esiste più. E’ stato stralciato perché 42 sindaci della provincia, ieri mattina nel corso della riunione avvenuta in collegamento internet, hanno votato per la sua eliminazione. Tra questi anche Andrea Biancani finito sulla graticola come ispiratore dei 500 metri. Era il punto bollente del documento uscito dall’Ata nei giorni scorsi e che doveva andare poi in regione, dove è stato già elaborato il nuovo piano regionale dei rifiuti. Una proposta quella dei 500 metri che nessuno sa però se sarebbe mai passata.
Si è chiusa, dopo una discussione di tre ore, una vicenda che ha incendiato il mondo politico, soprattutto di sinistra, dopo l’attacco fatto da Micaela Vitri del Pd al suo compagno di partito, il sindaco Andrea Biancani. Una ‘seduta’, se così si può definire, quella di ieri dei sindaci, che ha fatto uscire dai gangheri qualche primo cittadino che ha parlato di uno show pubblico e politico. Questo perché si potevano collegare un po’ tutti, e quindi assistere alla discussione. Non solo. Perché ci sono stati anche degli... hacker in azione: di tanto in tanto mettevano il silenziatore a qualche intervento dei sindaci presenti, con il presidente della Provincia (e dall’Ata) Giuseppe Paolini che invitava a ripristinare l’audio. Una seduta convulsa tanto che qualche sindaco ha inviato durante la discussione messaggini via cellulare ad altri colleghi per chiedere:"Ma tu hai capito qualcosa?". Si è partiti con le proteste. Con Maurizio Gambini sindaco di Urbino che se l’è presa con il polverone sollevato dai giornali e con chi ha strumentalizzato la vicenda parlando per sentito dire. Un Gambini che ha anche salvato il sindaco di Pesaro Biancani "perché quando il comitato ristretto ha stilato il documento con dentro i 500 metri Biancani era assente". Quindi si è rispolverato il perenne duello tra Pesaro e Fano perché nel suo intervento Biancani ha detto "che bisogna arrivare ad un’azienda unica provinciale". Punto questo che ha messo in moto il primo cittadino di Fano, Luca Serfilippi: "Andiamoci piano perché non siete riusciti in venti anni, con due giunte di sinistra a Pesaro a Fano a chiudere l’operazione, e non vogliamo interferenze". Una situazione da rivoluzione francese quella dei 500 metri tanto che due giorni fa una delegazione Verdi-Sinistra Unita è andata a parlare con Andrea Biancani. Ed i toni erano talmente caldi sul problema e sul ruolo dominante di Marche Multiservizi, che il sindaco ha indicato la porta al rappresentate di sinistra unita che ha lasciato la stanze del Comune. Alla fine comunque dietro suggerimento del sindaca Nicola Barbieri di Mondolfo si è arrivati alla votazione che ha eliminato l’emendamento dei 500 metri soprannominato ‘salva Riceci’.
Nel complesso c’è stata una discussione pubblica sul problema dei rifiuti, su costi e bollette, e sullo smaltimento dei rifiuti speciali che la Regione vuole portare al 30% nelle discariche ma che in molti hanno chiesto di mantenere al 50% per salvare i conti e non pesare sulle aziende. E dietro le quinte è emerso che qualche primo cittadino ha fatto tornare in ballo la discarica di Pergola, chiusa anni fa dopo una inchiesta. Biancani ha aggiunto: "Mi aspettavo più lungimiranza dai sindaci, abbiamo perso una occasione per programmare gli impianti pubblici di smaltimento dei rifiuti utili per cittadine e imprese". Una precisione legata alla distanze minime che la regione ha ridotto da 2000 metri a 1500 per cui "è impossibile trovare nuovi siti". Quindi Biancani ha ribadito il suo attacco al Piano regionale dei rifiuti perché inattuabile a partire dal termovalorizzatore. Sulla seduta dei sindaci anche un documento del Centrodestra e Civici Marche: "L’assemblea ha detto no a Riceci ed ha messo in luce le ambiguità nel Pd". Aggiungendo: "Con il voto contrario si è impedito l’ennesimo tentativo del Pd di riaprire la possibilità di realizzare una nuova discarica a soli 500 metri dai centri abitati". Aggiunge Federico Scaramucci, Pd: "Altra prova dell’ambiguità di Gambini… Prima vota opportunisticamente con chi chiedeva di stralciare l’emendamento della distanza dei 500, poi si astiene".
m.g.