ELISABETTA ROSSI
Cronaca

Delitto Panzieri, la Procura: "Alessandrini è andato per uccidere"

Si aggrava la posizione del killer. Il suo avvocato, Salvatore Asole, non ci sta: "Sono sorpreso"

Per la Procura di Pesaro è stato omicidio premeditato. Nella foto Alessandrini

Pesaro, 11 marzo 2023 – Michael Alessandrini è andato a casa di Pierpaolo Panzieri con l’intenzione di ucciderlo. Nessun raptus, quindi, ma un delitto pensato e preordinato. Ne è convinta la procura di Pesaro (pm Silvia Cecchi) che ha ora aggiunto un altro carico al suo quadro d’accusa contro il 30enne pesarese, reo confesso dell’omicidio dell’amico di 27 anni, contestandogli anche l’aggravante della premeditazione oltre a quelle dei futili motivi e della crudeltà.

L’assassino sarà in Italia a giorni: subito la perizia psichiatrica

Un dato che emerge dalle carte d’inchiesta e che si presume si basi sulle dichiarazioni rilasciate da Alessandrini nel corso del suo interrogatorio con il prosecutor romeno di Timisoara, dove è stato fermato il 21 febbraio scorso, il giorno dopo aver commesso il delitto. Il 30enne ha detto di aver ucciso Panzieri per gelosia, perché aveva trovato nel suo telefonino il numero di una certa Julia, una pesarese di cui Alessandrini si era invaghito. Un sentimento non corrisposto, come subito precisato dalla donna, che ha negato di essere la ragazza di Alessandrini. Julia era forse diventata la sua ossessione e non è escluso che Michael potesse aver visto in Pierpaolo un suo ipotetico rivale in amore. Interrogativi a cui si potrà dare risposta solo quando si avrà una maggiore discovery delle carte.

La verità di quelle 13 coltellate

Intanto il difensore di Alessandrini, l’avvocato Salvatore Asole, si dice "sorpreso della contestazione dell’aggravante della premeditazione". "Fermo restando che capirò meglio il quadro d’accusa quando prenderò visione degli atti arrivati dalla Romania – commenta Asole – allo stato attuale non mi sembra però che si ravvisino elementi per giungere a parlare di premeditazione. Allora vuol dire essere convinti che Michael è capace di intendere e di volere, di capire cosa vuole fare. Perché chi premedita, capisce e vuole l’azione e le sue conseguenze. Ma nel nostro caso invece abbiamo tanti elementi che ci portano a ritenere il contrario. E cioè che Alessandrini, se non ha una totale incapacità, di sicuro ha una seminfermità di mente".

Asole contesta anche i futili motivi e la crudeltà: "I primi sono un dato molto soggettivo, la criminologa Bruzzone dice che il semplice ritardo alla cena per noi è un futile motivo ma per una persona che ha determinate fragilità potrebbe non essere futile e, per quanto riguarda la crudeltà, pensiamo sempre al caso Parolisi-Rea, in cui lui infierì sulla moglie con 35 coltellate, ma la Cassazione ha escluso la crudeltà. Ribadisco che per me la morte di Panzieri è un delitto d’impeto condizionato dalla condizione psichica dell’assassino".