ALESSANDRO BETTINI*
Cronaca

"Dall’ex convento fino a Rocca Costanza. Parole (e soldi) al vento"

L’uomo è uno strano soggetto in cui convivono valori opposti: intelligenza, buon senso, disponibilità, umiltà, pragmatismo, ascolto ma nello stesso...

L’entrata del vecchio tribunale di Pesaro, in via San Francesco, sede dell’antico convento

L’entrata del vecchio tribunale di Pesaro, in via San Francesco, sede dell’antico convento

L’uomo è uno strano soggetto in cui convivono valori opposti: intelligenza, buon senso, disponibilità, umiltà, pragmatismo, ascolto ma nello stesso tempo, stupidità, ottusità, rigidità, arroganza, testardaggine. Tutti questi elementi si mescolano e si scontrano da molti anni intorno alla vicenda dell’ex Convento di San Francesco nell’omonima via da quando fu trasferito il Tribunale e si pose il problema di cosa fare di un edificio con una superficie di oltre 5mila metri quadri di cui 2mila di corridoi.

All’inizio si pensò di permutarlo con i beni della Provincia ma il presidente dell’epoca, Ucchielli, comprese il peso di quell’edificio e declinò l’offerta. Da quel giorno si è cominciato a ragionare, regnante il sindaco Ceriscioli, su cosa fare di quell’immenso edificio nel centro storico. Dopo breve riflessione, si pensò di portare lì tutti gli uffici dell’urbanistica e, così, furono avviati i progetti e i lavori ma dopo pochi anni si interruppero con contenziosi giudiziari interminabili. Intanto una piccola parte era stata occupata, in modo assai precario, da uffici comunali ma restava da completare tutta la parte monumentale. Per un breve periodo si pensò a un ipotetico museo Vangi o Sguanci e poi, silenzio assoluto.

Con l’arrivo del sindaco Ricci, grazie alle sue entrature romane, arrivano a Pesaro tanti finanziamenti, tra cui anche per l’ex convento: quasi due milioni per metterci 70 motociclette con tanto di striscione dove si leggeva ‘La città che cambia, stiamo lavorando per voi!’ Ma del progetto neppure l’ombra tanto che lo striscione sbiadito è scomparso. Un po’ pochino per un edificio di 5000 mq tanto che si è pensato, per non perdere i contributi, di portarci il Museo della bicicletta e tanti uffici comunali. Un ibrido assurdo.

E tutto questo perché ostinatamente non si voluto neppure esaminare la possibilità di destinare l’edificio a Museo della città, una proposta accolta con entusiasmo da diverse realtà culturali pesaresi che con il contributo finanziario della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, incaricarono l’architetto Sara Falugiani di redigere un progetto di massima per un Museo dove accentrare tutte le opere d’arte che hanno fatto la storia di Pesaro: dai reperti della museo Oliveriano alle raccolte comunali di ceramiche e quadri fino alle donazioni di privati così da creare un ideale percorso della storia artistica pesarese dai piceni ai giorni nostri dove avrebbero travato spazio anche aule didattiche per le scuole. Il progetto fu presentato un in partecipatissimo incontro presso l’auditorium di palazzo Montani-Antaldi dal prof. Rudi, all’epoca ordinario di architettura museale all’università di Venezia. Tanto entusiasmo svanì subito perché l’amministrazione comunale non volle neppure esaminare il progetto.

Il sindaco Biancani con le sue recenti dichiarazioni sembra voler rivedere tutte le scelte estemporanee di Ricci. Tante sono le emergenze da risolvere: Orti Giuli, san Domenico, san Benedetto, parcheggi, Rocca Costanza, ex Banca d’Italia, ex carcere minorile, ecc. E allora, prima di ripartire con nuovi progetti, ascolti la città. Dell’uomo solo al comando non abbiamo alcuna nostalgia.

ex consigliere comunale