Diventare un vero suonatore di liuto. E’ il sogno di Mohammad, 21 anni, palestinese di Rafah, a Pesaro da neo studente del Conservatorio Rossini. Se non fosse stato per la determinazione di Camilla Murgia forse Mohammad non sarebbe stato tra noi per provare a riscrivere il proprio destino. "Anche perché – osserva Murgia – oltre ai pericoli di un cielo gravido di bombe in Palestina non ci sono proprio Accademie come Il Conservatorio che insegnano la musica". Mohammad è autodidatta, ma con quello che ha dimostrato di saper fare ha impressionato, proprio in questi giorni, la commissione del Conservatorio Rossini. L’esame è il lieto approdo di un’avventura – piena di rischi e pericoli – iniziata circa un anno fa.
Troppe immagini di morte ha negli occhi Mohammad per non temere come lame le domande più semplici che gli avremmo potuto rivolgere riguardo ai suoi trascorsi in Patria. Per questo ha chiesto a Murgia di raccontare l’affetto che lui ha ora per Pesaro, diventata il porto franco per quell’utopia ora realizzabile. Ha provato a rispondere, in inglese, alle nostre domande scritte, ma la penna si è fermata perché troppo dolorosi e vicini sono ancora quei ricordi. Ma quello che il 21enne non ha voluto evitare è stata la condivisione di un’esperienza, la sua, in grado di alimentare la speranza tra le persone. Quindi ha pregato Camilla Murgia di salutare i pesaresi tra cui oggi vive. "Tramite le mie parole – conferma l’assessore comunale – ha modo di ringraziare la famiglia pesarese che lo sta ospitando come un figlio e ha modo di testimoniare quanto la rete solidaristica possa essere ampia ed efficace. Nel mio tenere fede all’impegno con un giovane che vede nella bellezza della musica la sua salvezza ho avuto alleati tra il sindaco e due attiviste come Marianna Bianchetti e Elisa Semprucci: anche a loro Mohammed rivolge il suo ringraziamento pubblico".
Mohammad è fuggito da Rafah, insieme a parte della propria famiglia, dopo il 7 ottobre 2023 con lo scoppio della guerra tra Hamas e Israele, trovando base in un campo profughi in Egitto. Il suo passaporto era stato bloccato da Hamas. "Mesi di tentativi, grazie al lavoro eccezionale della diplomazia italiana con interlocutori egiziani e con la volontà da amministratore di una città Unesco per la musica, siamo riusciti a chiedere ed ottenere un visto breve da studente al Conservatorio per Mohammad". Se difficilissimo è stato sbloccare il passaporto e farglielo consegnare in Egitto con un corriere, a mano, affinché potesse arrivare in modo regolare in Italia, innumerevoli sono stati gli ostacoli. Non ultimo pagare il biglietto aereo coperto interamente da una benefattrice pesarese.