Da Francesca a Francesco, prima legalmente e ora anche sul diploma di laurea. Oggi, alle 11, l’Università di Urbino chiuderà la "carriera alias" di Francesco Cicconetti, ragazzo trans riminese, consegnandogli pubblicamente l’attestato della fine degli studi con il nome modificato e corretto, un atto che adesso è possibile per via della completata transizione dal sesso femminile a quello maschile del ventiseienne. Quando si era iscritto all’Ateneo Carlo Bo, infatti, si chiamava ancora Francesca e tale era la sua identità, agli occhi dello Stato, anche al momento della laurea in Lingue e culture straniere, arrivata nel 2018. Ora che il passaggio è compiuto e certificato, ha potuto chiedere l’attestato con il nome rettificato, che avrà valore legale. "Gli daremo ciò che gli spetta – commenta Giovanni Boccia Artieri, prorettore alla didattica di Uniurb –. Una persona in transizione soffre nel sentirsi chiamare con un nome diverso da quello che sente proprio e nel vederlo anche sul diploma, fa parte delle fratture che la società produce, ma serve tempo per arrivare alla soluzione legale. Fare corrispondere le cose è l’obiettivo della carriera alias, che abbiamo introdotto per primi in Italia nel 2014. Essa serve per risolvere il problema che si pone quando uno studente si iscrive agli esami con un nome, in questo caso Francesca, ma poi si presenta all’appello con la barba e come Francesco: essendo in transizione, può avere connotati diversi rispetto alla foto sulla carta d’identità e deve dimostrare di essere la stessa persona. Qui interviene la carriera alias, che poi si può chiudere una volta completato il lungo processo di transizione e arrivate le carte legali, anche dopo anni, sei, in questo caso, per rettificare il nome sul diploma di laurea".
Quando l’Università di Urbino la introdusse non era molto conosciuta, tanto che Cicconetti ne venne a sapere solo a studi avviati, ma ora è più diffusa. L’ateneo ha già ricevuto più di una richiesta. "Quella di Francesco è la terza – prosegue Boccia Artieri –. Abbiamo scelto di consegnargli il nuovo diploma in maniera pubblica come iniziativa per la Giornata internazionale contro l’omobitransfobia, così da raccontare qualcosa che riguarda i diritti e ora c’è in tante università". Cicconetti, voce affermata della comunità LGBTQIA+, nel tempo è diventato anche un influencer, trattando temi attinenti a questa sfera e ricevendo il premio di "Creator dell’anno" 2021 ai Diversity Media Awards. "Godo di un privilegio che comunque ha della discriminazione alle sue radici: devo sembrare un ’uomo vero’ per avere una vita normale – ha detto in un’intervista a Luce! –. Potenzialmente potrei anche non dire a nessuno che sono trans. Invece lo dico perché lo sono e ne vado fiero". Nel 2022, ha scritto un libro sulla propria transizione, "Scheletro femmina" (ed. Mondadori), sul quale oggi dialogherà proprio con Boccia Artieri di fronte agli studenti dell’Università di Urbino, dove tornerà per la prima volta dal giorno della laurea.