GIORGIO GUIDELLI
Cronaca

Cristo Re compie 70 anni. E il volto di don Dario Mei è un brand sulle magliette

Per il compleanno della parrocchia è stata disegnata l’effigie del sacerdote, che fu tra i fondatori della Vuelle. La testa iconica di un prete che fece storia.

Don Mario Florio mostra la maglietta col volto dello storico parroco di Cristo Re

Don Mario Florio mostra la maglietta col volto dello storico parroco di Cristo Re

Se ci furono tempi in cui i ‘ragazzacci’ del Cristo Re avrebbero voluto giocarci a palla, con la testa del don, oggi quei ‘ragazzacci’ fanno della testa del don un santino da piazzare sulle magliette. Quelle che celebrano i 70 anni della parrocchia. Roba da matti. Anche perché le notizie, oltre all’anniversario della veneranda chiesa spartiacque tra centro e mare, sono altre due: che quel prete è don Dario Mei, tra i fondatori della Victoria (poi Vuelle con la Libertas) e che un sacerdote è diventato un brand. Un sacerdote che era ben altro da un ‘Che’ o da un Bob Marley. Anzi. Era uno che la sapeva lunga e non la voleva affatto lunga. Così poco lunga che non si faceva tante paranoie ad aggiustare chi non rigava dritto. Sicché oggi la sua immagine rivive nelle t-shirt disegnate dall’art director della compagnia del Cristo, ‘Fue’, Fuente per tutti quelli che non hanno capito. Di magliette ne sono andate via parecchie e chi gironzola nel quadrilatero degli aceri, tra viale Cavallotti, viale Trento, Battisti e Romagnosi, s’imbatterà di sicuro in qualcuno con il don stampato sul petto.

"Sì, hanno avuto successo - racconta ‘Fue’ - nei diversi colori. Ora manca solo qualcuno all’appello, magari chi lavora fuori". La testa di don Mei è iconica quanto subito inquadrabile dai ragazzi nati attorno a quella chiesa che, cosa unica e rara e ovviamente voluta dal don che fondò la massima società del basket, s’innalza su una palestra. Qui emise i primi vagiti anche l’Olimpia, pilastro della nostra pallacanestro, quella che ‘puzza’ di Pesaro. Oggi il prete che credeva in un corpo che alimentava ancora di più lo spirito e la fede (per chi ci crede) è reincarnato in un disegno che celebra il ben oltre mezzo secolo di una chiesa-quartiere guidata da un condottiero, che però era anche un sopraffino sacerdote, ma pure manager con attributi immani e una dose di umanità e filantropia che restano scolpiti tra i mattoni di quel tempio bianco che accoglie all’ingresso sud della città.

Quel manager in tonaca insegnò il rispetto dei più grandi, dell’anzianità e quel messaggio piombò anche sui ‘ragazzacci’ del cortile cui ha voluto un bene immenso, che fu reciproco dall’inizio. Con la trasmissione di un metodo: educare per insegnare a stare al mondo.

Messaggio motto dei ragazzi del ‘Cristo’ ma che, fede o non fede, arrivava dritto dalle finestre dello studio di don Mei. Oggi quei ragazzi gli hanno dedicato un brand. Da indossare. Da portare all’altezza del cuore. Nel cuore.