Pesaro, 6 marzo 2020 - Emergenza coronavirus, salgono da 100 a 126 nella provincia di Pesaro e Urbino i casi positivi di Coronavirus. Questo il dato arrivato questa mattina dal Gores. Delle ultime due ultime vittime si è avuto notizia mercoledì mattina: si tratta di un fanese di 76 anni e di un anconetano di 85. Il primo era entrato al pronto soccorso per infarto con scompenso cardiaco e insufficienza renale cronica, dializzato. L'altra vittima di Ancona, affetto da patologie pregresse, era ricoverato all'Inrca di Ancona.
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La visita
Il sindaco Matteo Ricci e il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli (video), questa mattina, hanno visitato i reparti di terapia intensiva di Marche Nord. In primis, per ringraziare tutti gli operatori sanitari per il grandissimo lavoro che stanno facendo, in risposta all'emergenza Coronavirus.
“Una situazione difficile – commenta Ricci -, ma il sistema sta rispondendo bene. Quello che dobbiamo fare ora è muoverci contemporaneamente su tre fronti: l’emergenza sanitaria, la necessità di comunicare calma e tranquillità, senza farsi prendere dal panico, perché questo complicherebbe solo la situazione dal punto di vista psicologico ed economico. Il terzo fronte è proprio quello economico: commercianti e turismo sono stati i primi a subire l’impatto del virus. Dobbiamo avere un grande equilibrio in queste settimane a tenere insieme questi tra aspetti ovviamente dando priorità a quello sanitario”.
Quello del Coronavirus, per il sindaco, “è un fenomeno che durerà giorni, probabilmente settimane e abbiamo bisogno di far sentire che tutta la comunità vicina a medici e infermieri: per questo voglio ringraziare gli operatori sanitari che stanno facendo un lavoro straordinario. La Regione si sta organizzando per predisporre nuovi posti di terapia intensiva. Il nostro è un sistema sanitario di qualità, di cui dobbiamo essere orgogliosi. L’ospedale sta rispondendo bene all’emergenza. La situazione è sotto controllo, dobbiamo mantenere la calma e collaborare rispettando le indicazioni date".
E ancora: "Per un mese dovremo cambiare le nostre abitudini, aiutando il sistema sanitario per evitare l’aumento dei casi e far andare il sistema in sofferenza. Più collaboriamo, più mettiamo in condizione il sistema sanitario di gestire meglio questa emergenza. Lo dobbiamo fare con grande calma, perché la tenuta psicologica di una comunità è fondamentale. Quindi tranquilli: Pesaro ce la farà e l’Italia ripartirà”.
L'ex primario Ugolini in Rianimazione
E mentre Sergio Venturi, nominato commissario ad acta per l’emergenza coronavirus, si dice preoccupato per l’aumento dei contagi tra Pesaro e Rimini, tanto da chiedere un coordinamento tra Marche ed Emilia Romagna, ormai il virus ha aggredito anche i medici. C’è apprensione nell’ambiente sanitario per le condizioni di Marcello Ugolini, 70 anni, fino allo scorso anno primario di Pneumologia all’ospedale di Muraglia, che visita, come specialista, in diversi studi. Dopo un primo ricovero in Medicina è stato trasferito in Rianimazione al San Salvatore con ventilazione meccanica ed antivirali per contrastare una grave polmonite bilaterale. Le sue condizioni sono definite «molto serie», anche se nella tarda serata di ieri Ugolini, che non aveva mai avuto problemi di salute, ha mostrato una reazione positiva alle cure facendo tirare un sospiro di sollievo a familiari e amici. In subbuglio anche i medici di famiglia, che in questo momento contano 19 colleghi in isolamento, due dei quali sono risultati positivi al tampone. Uno è di Pesaro, l’altro dell’Urbinate ed è ricoverato in terapia intensiva. In pratica, oltre 25mila persone hanno perso il loro punto di riferimento sanitario.
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Non meno preoccupati sono i professionisti in servizio nelle postazioni provinciali della Guardia medica, fatta eccezione per quelli di Pesaro, che ieri hanno inviato all’Asur, ai direttori dei Distretti e all’Ordine una lettera in cui denunciano di lavorare «allo sbaraglio», senza alcuna protezione. Per ora solo la Guardia medica di Pesaro risulta aver ricevuto i dispositivi di sicurezza. In loro favore è intervenuto il professor Roberto Burioni ricordando che «una priorità assoluta è quella di mettere tutti i professionisti medici, inclusi quelli di famiglia, nelle condizioni di lavorare in sicurezza».
"Niente messe in provincia di Pesaro Urbino"
La Cei "chiede che, durante la settimana, non ci sia la celebrazione delle Sante Messe" nelle tre regioni (Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna) e in alcune province (Savona, Pesaro e Urbino). Lo scrive in una nota la Conferenza episcopale italiana, alla luce del confronto con il governo e del nuovo decreto della Presidenza del Consiglio, finalizzato a definire in modo unitario il quadro degli interventi per arginare il rischio del contagio del coronavirus ed evitare il sovraccarico del sistema sanitario. Il testo "conferma - scrive la Cei - le misure restrittive emanate lo scorso 1 marzo - e destinate a restare in vigore fino a domenica 8 marzo inclusa - con le quali in tre regioni (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) e in alcune province (Savona, Pesaro e Urbino) sono state stabilite limitazioni anche per i luoghi di culto, la cui apertura richiede l'adozione di misure tali da evitare assembramenti di persone".