Pesaro, 1 aprile 2020 - Nel trentacinquesimo giorno di epidemia, assumendo che tutto abbia avuto inizio con il primo contagio riscontrato sul giovane ingegnere di Vallefoglia rientrato da Codogno, i bollettini ufficiali segnano una fase interlocutoria se non fosse per le 26 nuove vittime, 11 delle quali del pesarese, censite nelle ultime 24 ore. Dall’anziano 93enne residente a Mondolfo, al 44enne di Fano, tutte eccetto due soffrivano di patologie che il virus ha portato alle estreme conseguenze.
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Oltre ai decessi, gli altri parametri da tenere d’occhio per capire l’evoluzione della crisi sono la riduzione della percentuale dei nuovi tamponi positivi, che a Pesaro-Urbino si è fermata a quota 58, il crescere dei pazienti guariti (29 contro i 21 di ieri) e dei dimessi (210, erano 186). Lievi scostamenti che fanno ben sperare. Per avere analoghi risultati nell’occupazione dei posti letto (250 contro i 242 di martedì), in primis quelli di terapia intensiva (ieri 43 tra Pesaro e Urbino, dato stazionario), probabilmente dovremo aspettare almeno fino a metà aprile, come stima uno studio del dottor Franco Pesaresi, esperto di sanità e welfare, ora direttore dell' Ambito 9 di Jesi.