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Coronavirus Pesaro, la Biesse fa test sui 350 dipendenti. "Chiesti anche per i fornitori"

In vista della fase due le aziende si organizzano

Sede di Chiusa di Ginestreto  della BIESSE

Sede di Chiusa di Ginestreto della BIESSE

Pesaro, 22 aprile 2020 - In vista della riapertura di tutti gli stabilimenti - in questo momento si lavora solamente alla controllata Hsd -, la Biesse ci vuole arrivare senza sorprese evitando tutti i possibili contagi. Ad inizio mese sono iniziati gli esami sierologici per tutti i 150 dipendenti della Hsd dove sono stati riscontrati 4 casi di lavoratori positivi asintomatici. Quindi i test sono iniziati anche alla Biesse per circa 350 dipendenti dove sono emersi in totale una dozzina di casi dubbi. Per questi lavoratori si è poi passati alla fase due e cioè al tampone ed i primi due test effettuati hanno dato esito negativo. Tra oggi e giovedì verranno effettuati altri 700 test sierologici. 

Nella sostanza si stanno passando al setaccio tutti i dipendenti che vanno in produzione perché gli impiegati in parte lavorano da casa, altri invece sono in cassa integrazione. Un lavoro pianificato: i test verranno effettuati ogni due settimane per evitare che qualcuno si contagi fuori dall’azienda. ‘«Stiamo facendo il massimo sotto il profilo della salute dei dipendenti, anche in accordo con i sindacati - dice l’ad di Biesse Roberto Selci -, per cui tutto il personale sarà dotato di mascherine e guanti e gli stabilimenti verranno sanificati due volte la settimana. misurazione della temperatura quando si entra in fabbrica e naturalmente rispetto del distanziamento».

Per quello che riguarda l’orizzonte lavorativo Roberto Selci aggiunge: «Noi con Hsd abbiamo sempre lavorato anche perché rientravamo all’interno dei codici Ateco come produzione di motori elettrici. Con il portafoglio ordini abbiamo lavoro fino a fine giugno e devo dire che tranne rare eccezioni non abbiamo avuto disdette di macchinari dai clienti. Adesso vediamo quale sarà la risposta del mercato a partire d giugno, tenendo conto che abbiamo tutti i commerciali fermi. Cercheremo di muoverci anche per ciò che riguarda la produzione dei macchinari per la lavorazione di plastica e cartone».

Per i protocolli di sicurezza «abbiamo chiesto di effettuare i controlli anche ai nostri terzisti e fornitori anche se il materiale deve essere depositato fuori dagli stabilimenti. Vogliamo essere tranquilli lungo tutta la filiera produttiva». Per questa operazione l’azienda metalmeccanica di Chiusa di Ginestreto ha messo nel conto una spesa sui 50mila euro. Solo in questa prima fase.