ALESSANDRO MAZZANTI
Cronaca

Coppia pesarese in fuga da Tel Aviv: "Preso l’ultimo aereo per Roma"

Il racconto choc di Mara Ortolani e del marito: "Svegliati con le sirene, pareva un film, ho pensato al peggio"

Tel Aviv distrutta, nel riquadro Mara Ortolani

Tel Aviv distrutta, nel riquadro Mara Ortolani

Si chiama Mara Ortolani, pesarese, 58 anni, due figli, uno pilota di Ita Airways, di 23 anni, l’altro di 20. Lei fa la consulente linguistica, è sposata con Andrea Camangi. Con il marito hanno scelto giorni fa uno dei posti più sbagliati, visto la guerra scoppiata ieri, per andare in vacanza: Tel Aviv. Ma lei e il marito hanno avuto una fortuna enorme: sono saliti ieri pomeriggio sull’ultimo aereo utile, chissà per quanto ancora, in partenza dalla capitale israeliana per Roma.

Ecco il suo racconto: "Eravamo lì in vacanza. Fino a ieri sera (venerdì, ndr) – dice Mara – era tranquillissimo, Tel Aviv è bellissima. L’avevamo scelta per fare un giro nei luoghi della Terrasanta. Ero con mio marito e una coppia di amici. Siamo arrivati all’inizio della settimana. Tutto tranquillo, fino a stamattina. Andavamo al mare, poi a fare i turisti nei luoghi classici".

"Ieri mattina ci siamo svegliati con la sirena dell’antiaereo, e abbiamo sentite 3 esplosioni forti, stavamo dormendo, erano le 7,20. Ma già dalle 6,30 c’erano stati attacchi".

Quindi?

"Abbiamo deciso di partire subito per l’aeroporto. Abbiamo chiamato il taxi: il tassista ci ha detto: aspettate dentro la hall dell’albergo. Fuori c’erano solo le auto della polizia. Avevano i mitra, pareva un film. Il tassista ci ha detto: camminate lentamente e se suona di nuovo la sirena dobbiamo scendere, trovare un muro per proteggerci e quando suona la sirena ripartire. Tutto questo perché se no rischiavamo che ci sparassero gli israeliani stessi".

Cosa ha pensato in quei momenti?

"Ho pensato al peggio del peggio, che ci bombardavano, e di non riuscire a tornare in Italia. Però una volta arrivati al Ben Gurion, l’aeroporto, eravamo al sicuro. L’aereo è arrivato in ritardo e siamo saliti. Era l’ultimo aereo per Roma, gli altri sono stati annullati".

La gente intorno a voi cosa faceva?

"Oggi (ieri) era shabbat, quindi festa, non c’era nessuno in strada, non si lavora. Ma la gente era sconvolta. Io in aereo ho conosciuto una israeliana che andava dai parenti in Spagna, aveva preso i biglietti ed è partita appena ha potuto. E un equipaggio italiano che veniva in aereo da Fiumicino è tornato in Italia subito con noi".

Una vacanza che ricorderà...

"E’ stata la vacanza più a rischio della mia vita, svegliarsi con le sirene. Ora mi sento come una che ho evitato per un pelo lo shock di vedere la guerra dal vero rischiando di dover rientrare in Italia chissà quando..."