Gabicce (Pesaro), 5 luglio 2018 - Il capo della procura di Pesaro da oltre un anno è Cristina Tedeschini, già procuratore aggiunto di Pescara (sua l’indagine sulla strage di Rigopiano). Ora il suo ufficio ha impugnato avanti al giudice civile la trascrizione avvenuta il 18 aprile scorso al comune di Gabicce mare di due gemellini partoriti in California da una donna sconosciuta, concepiti con ovociti e sperma di donatori al momento altrettanto sconosciuti. I genitori ufficiali sono due uomini, indicati da un giudice americano con sentenza in quanto committenti del parto. Si chiamano Andrea Bartolini di 57 anni e Blasco Kifor, bulgaro di 34 anni. Dicono di essersi uniti civilmente in Portogallo. Dottoressa Tedeschini, cos’è che non va in questa storia?
«Semplicemente, non ne sappiamo niente. Abbiamo in mano solo un atto che è un contratto di natura commerciale dove una donna sconosciuta mette a disposizione l’utero per portare a termine una gravidanza. Dunque, crediamo che non sia nota la madre biologica né sembra che sia noto il padre biologico»
Ma in America tutto questo sembra sufficiente per nominare genitore il committente
«Credo che possa andare bene anche in Russia, Ucraina e in altri Paesi. Ma non in Italia. E noi abbiamo impugnato questa trascrizione chiedendo al tribunale civile di valutarne la compatibilità col nostro ordinamento».
Ci sono altri casi in Italia di due papà con figli ottenuti con maternità surrogata all’estero e nessuna procura ha avuto nulla da dire
«Non metto in dubbio questo, ma la procura di Pesaro ha una consolidata caratteristica: si fa carico di valutare la possibilità che esistano problemi sui quali va fermata l’attenzione a tutela dell’interesse della collettività».
Quindi, non è solo una questione meramente giuridica?
«È anche un problema che trascende le norme giuridiche. Senza una madre e un padre biologici, ci può essere compatibilità con quello che noi intendiamo con essere umano? Spezzare l’unione tra ovocita e utero, cosa rimane della maternità?»
Lei non parla dei genitori e delle loro qualità per esserlo. Cosa sa di Andrea Bartolini e Blago Kirof?
«Io non li conosco, la procura non ha mai parlato con loro, e non ho espresso alcun giudizio. La nostra preoccupazione sono i due bambini. In questa fase il loro diritto a conoscere la loro provenienza biologica non appare soddisfatto dal contenuto di un contratto di affitto d’utero»
Entrambi dicono di essere papà. La procura sa se uno dei due è anche quello biologico?
«No, non sappiamo nemmeno questo».
Crede che sia sufficiente il ricorso al giudice civile?
«Ora abbiamo impugnato quella trascrizione per la tutela dei bambini, che è l’obiettivo vero della nostra azione. Perché a che serve applicare regole severissime con le adozioni o nelle separazioni conflittuali e disinteressarci dei bimbi di Gabicce perché in California hanno certificato che hanno due papà?»
Non vi basta la parola del giudice americano?
«Il nostro ordinamento è molto diverso, e per questo chiediamo al giudice civile di integrare quella trascrizione in modo da renderla compatibile col nostro ordine pubblico».
Che cosa chiedete al giudice?
«Che si faccia istruttoria, che si interroghino i due signori per rendere note anche a noi tutte le spiegazioni mancanti».