I soldi di Affidopoli sono forse il doppio o il triplo dei 600mila euro finora accertati. Perché non c‘è solo Opera Maestra e Stella Polare. Ieri gli inquirenti sono tornati in Comune e sono usciti dal palazzo con 18 cartelle contenenti la documentazione relativa a tutti gli affidamenti diretti nei confronti di privati (società o imprese individuali) per l’organizzazione degli eventi pubblici che si sono susseguiti nel quadriennio 2020-2024. Gli agenti e i militari lo hanno richiesto mostrando un ordine di esibizione e consegna di atti e documenti nell’ambito dell’inchiesta per concorso in corruzione, istigazione alla corruzione, falso ideologico e falso materiale commessi da pubblici ufficiali. Si tratta di una richiesta già formalizzata lo scorso 10 ottobre quando erano entrati nell’ufficio di Franco Arceci facendo copia forense dei dispositivi elettronici dell’ex capo di gabinetto e di alcuni dirigenti e funzionari. In quell’occasione, però, si erano concentrati maggiormente sugli atti, i documenti, le mail e ogni altra traccia relativa a Opera Maestra e Stella Polare. Ieri hanno preso tutto il resto.
Appare quindi evidente che sotto la lente della Squadra mobile della polizia e della Guardia di Finanza c’è ancora di più rispetto a quanto emerso finora. I criteri di indagine sono fondamentalmente due: il primo risponde all’interrogativo "chi?". La risposta riguarda ogni realtà privata, imprese individuali, enti o società, che abbiano avuto soldi da parte dell’amministrazione comunale per allestire manifestazioni che hanno coinvolto e richiamato gente. Il secondo criterio risponde invece alla domanda "in che modo?". La risposta è lo strumento amministrativo dell’affidamento diretto, che consente alla pubblica amministrazione di assegnare un incarico di varia natura, dai servizi alle forniture, senza effettuare alcun confronto competitivo tra gli operatori economici. Questo può avvenire entro la soglia massima di 150mila euro. L’unico limite è il principio di rotazione che prevede lo stop a nuovi incarichi nei confronti del contraente che ne ha appena ricevuto uno. Questo per evitare che ci siano soggetti che possano vantare rendite di posizione e inopportuni vantaggi a discapito di altri.
La procura di Pesaro ha scelto quindi di usare un grandangolo per indagare il "modello Pesaro" che, nel corso della passata legislatura del sindaco Matteo Ricci ha fatto dell’organizzazione di eventi una cifra stilistica che ha dato un’impronta forte ai due suoi mandati. Gli inquirenti cercano di far entrare nel fotogramma dell’indagine un angolo di campo quanto più possibile ampio senza lasciare nulla fuori.