Comunali ed Europee. Affluenza in città al 18,92. Boom di rinunce dei presidenti di seggio

Su 106 posti da ricoprire, si sono tirati indietro in 60, cioè più della metà. Poco entusiasmo anche tra gli stessi votanti: sono stati appena 15.246. Exploit a Carpegna e Urbino. .

Comunali ed Europee. Affluenza in città al 18,92. Boom di rinunce dei presidenti di seggio

Comunali ed Europee. Affluenza in città al 18,92. Boom di rinunce dei presidenti di seggio

Poco prima di mezzanotte Pesaro, nel primo giorno di voto per le amministrative e le Europee 2024, ha registrato un’affluenza del 18,92%, sotto la media italiana attestatasi al 20,7%. In totale i votanti a Pesaro sono stati 15.246 in 106 seggi. L’andamento lento s’è visto fin da subito. "Si sono visti più delegati di lista che elettori, almeno fino ad ora" ha osservato una presidente di un seggio tra i più popolosi in città, sconsolata davanti al dato sconfortante: a due ore dall’apertura dei seggi, ieri solo il 6% aveva trovato tempo e voglia di andare a votare. I dati parziali di ieri, pubblicati su Eligendo alle 23,30 consegnavano al Comune di Carpegna con quel 32,31% su 2 sezioni, la palma in provincia per la maggiore affluenza del primo giorno di voto. Significativa l’affluenza ad Urbino, città capoluogo che con il 25,09% di affluenza, ha superato ampiamente il dato medio italiano che alla stessa ora di ieri si attestava sul 20,7% con 17.875 sezioni che avevano comunicato il dato su 19.578 totali. Fano con 68 sezioni ha registrato un’affluenza del 18,2%. A registrare un’affluenza sopra la media italiana ieri sono stati i Comuni di Acqualagna con il 21,77%; Apecchio con il 26,66%; Borgo Pace con il 20,84%; Macerata Fletria con il 26,15%; Mercatello sul Metauro con il 20,93%; Mombaroccio con il 24,50%; Pergola 21,36%; Petriano 26,12%; Piandimeleto 23,29%; Pietrarubbia 22,49%; Piobbico 22,76%; Sant’Ippolito 21,91%. Eppure l’opzione del sabato è piaciuta a quanti, ieri mattina si sono trovati a ritirare la propria tessera all’ufficio elettorale. Tra gli adulti intervistati, quasi nessuno aveva in memoria di aver votato di sabato. In effetti per legge, il cosiddetto “election day“ cade sempre di domenica. Per combattere l’astensionismo, il legislatore ha negli ultimi decenni abbinato alla domenica, quale secondo giorno di votazione, il lunedì seguendo il ragionamento che muovendosi per andare a lavorare , l’elettore passi anche a votare. Allora perché di sabato? Quest’anno si è reso necessario proprio perché l’ultimo giorno utile per garantire le Europee è stato il 9 giugno. Di conseguenza votare nel fine settimana è diventato “obbligato“. Ma gli irriducibili del voto ci sono: in dieci hanno fatto richiesta di attivare il voto a domicilio. E’ una possibilità prevista dal legislatore per gli elettori affetti da grave infermità e che non possono allontanarsi dall’abitazione. Per accedere al servizio però è necessario presentare apposita domanda, corredata da relativa certificazione sanitaria. E’ interessante anche un altro dato, tutto da capire: a Pesaro, così come altrove, si assiste ad un alto numero di rinunce da parte dei presidenti di seggio a rivestire la funzione. A Pesaro il dato è significativo: su 106 seggi le rinunce sono state 60, quindi oltre la metà degli iscritti all’elenco specifico ha rinunciato a rivestire la funzione di presidente di seggio. "Votare è importante – ha osservato l’elettore pesarese Paolo Trau – ci fa sentire cittadini decisivi. La partecipazione? Per quanto l’Europa sia sempre più significativa nella vita dei cittadini credo che siano però le elezioni amministrative a spingere l’affluenza delle europee e non il contrario".

Solidea Vitali Rosati