Un palloncino bianco stretto tra le mani di una mamma vestita di nero per la morte prematura del proprio figlio. E poi l’abbraccio che le hanno dato i compagni di classe del suo amato Rayan (il 17enne morto venerdì 6, dopo lunga malattia), il calore dei loro visi che baciano il suo mentre le lacrime sgorgano dagli occhi e solcano le gote di tutti, facendosi presto fredde, esposte alle temperature rigide del cortile scolastico. L’atmosfera è ovattata.
Sotto i portici di palazzo Martinozzi, all’ora della ricreazione, non c’è caciara ma un rispettoso silenzio riempito dai palpiti del cuore di un’ottantina di giovani studenti dell’Olivetti (2ª I e 2ª L web Community di cui faceva parte Rayan Belhaj) e del Volta, che hanno firmato un pallone da calcio (la passione di Rayan) offerto in dono assieme ai loro tanti scritti alla famiglia Belhaj.
Il suono di una prima campanella e poi di una seconda, hanno scandito il tempo nel mezzo: un minuto di silenzio in memoria di Rayan, "Iaia" per gli amici. Affacciati alle finestre che danno su quel cortile interno, c’erano poi tanti altri studenti di quel Polo 3 duramente colpito dai lutti in questo anomalo anno scolastico. "Il nostro pensiero non può non andare anche a Tommaso e Francesco", ha sottolineato la preside Augello, facendosi carico del dolore, la confusione, e anche la rabbia dei suoi ragazzi.
"E’ proprio in questi momenti che dobbiamo trovare la forza di riflettere sul valore della vita: un dono prezioso, fragile ma straordinario". "Rayan ci ha insegnato molto, senza saperlo: l’importanza di un gesto gentile, di un sorriso in un momento difficile, il valore dell’aiuto reciproco e sì, anche degli errori commessi… preziosi insegnamenti, se abbiamo il coraggio di guardarli con onestà e imparare da essi".
Poi è stato il momento dei pensieri d’affetto degli amici di Rayan/Iaia: "Sei un ragazzo d’oro, sempre solare e simpatico con tutti", "Sei il nostro angelo custode", "Ciao Iaia, era impossibile non volerti bene. Grazie per i tuoi sorrisi, sarai sempre con noi", "ci hai insegnato che quello che vuoi fare domani, lo devi fare oggi". Un concerto di emozioni levatesi in cielo con dei palloncini bianchi.
Unica nota stonata le urla di un’insegnante che, nel minuto di silenzio, ha richiamato a gran voce gli alunni che si erano affacciati in lacrime alle finestra del primo piano, per assistere a quel commovente commiato.