TIZIANA PETRELLI
Cronaca

Colombo, l’ultimo commosso saluto: "Sei stato per noi come un fratello"

Ieri il funerale di Biagetti, storico titolare del bar Berto, nella chiesa di San Paterniano. Il ricordo degli amici

Ieri il funerale di Biagetti, storico titolare del bar Berto, nella chiesa di San Paterniano. Il ricordo degli amici

Ieri il funerale di Biagetti, storico titolare del bar Berto, nella chiesa di San Paterniano. Il ricordo degli amici

La chiesa di San Paterniano era gremita ieri mattina per l’ultimo saluto a Colombo Biagetti, storico titolare del bar Berto, figura amata e rispettata in città. Tra la folla che riempiva la navata e il sagrato, c’erano persone di ogni età: amici di sempre, clienti affezionati, semplici cittadini. Ma anche le istituzioni, a testimoniare il segno profondo lasciato da Colombo nella vita della comunità. Il sindaco di Fano Luca Serfilippi e l’onorevole Mirco Carloni, l’ex sindaco Stefano Aguzzi, i vertici di Confesercenti, di cui Colombo fu tra i primi iscritti fanesi, e rappresentanti della Fondazione Carifano, della Fondazione Teatro e di Aset spa erano presenti, mescolati tra la gente comune. Sulla bara di legno chiaro, una foto sorridente di Colombo, un mazzo di rose rosse, e poi i colori delle sue più grandi passioni calcistiche: la maglia granata dell’Alma Juventus Fano e quella rossonera del Milan, insieme alle sciarpe delle due tifoserie.

Un tributo silenzioso, ma eloquente, a un uomo che ha sempre vissuto il calcio con lo stesso entusiasmo con cui affrontava la vita. Durante la celebrazione, il sacerdote ha parlato di gratitudine. Ha spiegato che la fede si compie nella carità, nella capacità di donare agli altri, e che la presenza di così tante persone era la prova concreta dell’eredità lasciata da Colombo: "In questo momento vogliamo chiedere a Dio Padre di accoglierlo nella gioia del Paradiso. E vogliamo dirgli grazie per quello che ha fatto per la sua città, per il servizio che ha svolto con passione e dedizione".

Ma è stato Giannetto Paluzzi, amico d’infanzia di Colombo, a sciogliere definitivamente le lacrime di tutti. Con la voce rotta dall’emozione, ha dipinto con parole semplici e potenti un mondo che oggi sembra lontano, e che Colombo incarnava con autenticità: "Vivere il borgo Cavour, gli stradini dei piattelletti, è qualcosa che molti non conoscono e non possono nemmeno immaginare. Nel nostro borgo non c’era amicizia, c’era di più: c’era fratellanza. Tutti sapevano tutto di tutti e tutti si ritrovavano nell’unico vero bar del centro storico: il bar Berto". Quel bar che Colombo, insieme a Bruno e Gisella, ha trasformato in un simbolo della fanesitudine, con la sua celebre Moretta, che – ricorda Paluzzi – non sarebbe nata al porto, ma proprio in un antico locale di via Cavour. E poi gli aneddoti, i ricordi, le immagini che hanno fatto sorridere e piangere al tempo stesso: "Tutte le mattine facevo colazione da lui, con i soliti abitué. Lui aveva già letto tutti i giornali e ci rovinava la sorpresa. Sapeva tutto di sport, politica, della vita fanese, e con la sua voce urlantina diceva "Vedi cu ha fat l’amic tua?".

E infine, un ultimo pensiero struggente: "Ora Colombo, il destino ha voluto che tu non sia più nel tuo amato bar. Ma di certo sarai in quello del Paradiso, a preparare Morette. E sentirai sempre l’affetto della tua amata Gisella, del fedele Bruno, di tuo figlio, dei nipoti, e di tutti noi, che ti abbiamo voluto bene come un fratello". Quando il carro funebre ha lasciato la chiesa, la folla si è stretta in un ultimo, lunghissimo applauso. Un saluto pieno di affetto e riconoscenza, l’eco di una città che, con Colombo Biagetti, non perde solo un barista, ma un pezzo della sua storia, della sua identità, del suo cuore.

Tiziana Petrelli