Effetto Raffaello. Colli che si allungano fino a far scattare il sistema di allarme. Occhi di chi cerca di cogliere i particolari del piccolo disegno giovanile del divin pittore. Un foglio da disegno con una base di 7-8 centrimeti, alto 20. Da una parte un puttino e dall’altra parte della facciata un panneggio acefalo, e cioè senza testa. Disegni preparatori di una pala che è ora conservata al museo di San Paolo in Brasile. Sugli schermi, nelle sale accanto, anche altri due disegni di Raffaello che sono oggi conservati ad Oxford in Inghilterra e che vengono sempre dalla collezione Antaldi. Disegni venduti a collezionisti di mezza Europa dal nobile cittadino anche per mantenere una ripudiata regina d’Inghilterra.
Perché la mostra che si è aperta ieri pomeriggio ai musei Civici a palazzo Toschi Mosca è riuscita a fare quello che la pala di Pesaro di Giovanni Bellini, dipinto tanto amato dal filosofo Massimo Cacciari, non è mai riuscito a fare. Convogliare un mare di persone nell’androne e poi all’interno delle sale del museo. Fila fino al portone principale di piazzetta Mosca. Un successo questo iniziativa messa in piedi dalla fondazione Pescheria grazie ad un patrimonio che è sempre stato in città, alla biblioteca Oliveriana, ma che in pochi avevano visto anche se Brunella Paolini direttore dell’Oliveriana precisa: "Lo hanno visto tutti quelli che hanno chiesto di vederlo".
In esposizione, dopo 24 anni passati in una cassaforte, i disegni preparatori non solo di Raffaello ma anche del Barocci e degli uomini della sua scuola come il Pandolfi. Quindi anche i disegni di Simone Cantarini e di Gian Andrea Lazzarini, due artisti che hanno marcato soprattutto la storia locale dell’arte. E tanti altri ancora, una summa della storia della pittura a livello nazionale.
I disegni in visione sono stati disseminati tra le stanze del museo, il grande colpo di coda di Pesaro Capitale della Cultura "perché questa mostra rimarrà nella storia della città", ha detto Salvatore Siena, presidente degli amici della biblioteca Oliveriana che ha preso la parola dopo l’assessore alla Cultura Daniele Vimini, al sindaco Andrea Biancani che tra le altre cose ha detto che la biosfera in piazza resterà dov’è fino alla fine dell’anno e "poi vedremo". Un Biancani che ha fatto anche capire che il casco di Valentino andrà probabilmente a finire nei giardini davanti al museo Benelli in viale Mameli. Quindi hanno parlato, oltre a Brunella Paolini, anche la curatrice di questa esposizione, Anna Cerboni Baiardi e quindi la collega Anna Maria Ambrosini.
Una occasione, questa mostra che viaggia nel segno di Raffaello, anche per valorizzare gli altri lavori che sono custoditi all’interno dei Musei Civici. In totale i disegni esposti sono una quaratina a cui bisogna aggiungere opere pittoriche che arrivano da collezionisti privati ed anche dal patrimonio di quel grande serbatoio di sapienza che è la biblioteca Oliveriana.
m.g.