
"Con un regolamento così è impossibile continuare a coltivare". Non ha mezze misure Sara Tomassini (foto), presidente del Distretto Bio...
"Con un regolamento così è impossibile continuare a coltivare". Non ha mezze misure Sara Tomassini (foto), presidente del Distretto Bio Terre Marchigiane che raccoglie un centinaio tra aziende agricole biologiche e piccoli produttori a conduzioni familiare. Il nuovo regolamento regionale sui danni causati dalla fauna selvatica alle colture, approvato nei giorni scorsi ad Ancona, ha scatenato le ire dei custodi della terra. L’argomento alla base è, come spesso accade, legato alla gestione dei cinghiali: "Si cambia un regolamento e nessuno ci informa - continua la Tomassini -, poi ci chiedono di installare e manutenere opere di prevenzione, ovvero recinti elettrificati. Partendo dal principio che la gestione della fauna selvatica è della Regione, perché un agricoltore dovrebbe farlo per tutelare i suoi raccolti senza essere remunerato? Le recinzioni elettriche non garantiscono in non verificarsi del danno alle produzioni agricole -perché gli istrici passano sotto il primo ordine di fili, i daini e i caprioli passano sopra e i cinghiali le abbattono- ma garantiscono solo il fatto di non pagare il danni all’agricoltore. Perché l’agricoltore deve gestire i danni della fauna selvatica quando questa dalla legge è riservata alle Regioni? Tenere in buono stato una recinzione così come prevede il regolamento, anche in un solo ettaro di terreno è quasi impossibile. L’agricoltore deve produrre cibo oppure fare da badante gratuitamente alla fauna selvatica la cui gestione e tutela sono affidate alle Regioni? È un regolamento illegittimo e inaccettabile: ho convocato d’urgenza il consiglio della mia associazione perché intendo fare ricorso". C’è di più: "Cambia anche la modalità di presentazione delle domande per i rimborsi e si aggiunge sempre più burocrazia -continua la presidente Tomassini-: da una semplice richiesta danni a mezzo PEC siamo passati a presentare la domanda di risarcimento tramite Siar, il portale informatico della Regione, e quindi ad andare dal sindacato che, per tale servizio, vuole essere pagato".
Andrea Angelini