
Innovativa ricerca dell’Università in collaborazione con il Team Vangi “Il Pirata“ Sama ricambi. Test sugli indumenti con bioceramiche e riflessione di raggi infrarossi prodotti dalla bresciana Accapi.
A Scienze motorie si studia l’utilizzo di tessuti innovativi per realizzare l’abbigliamento da gara dei ciclisti, così da migliorarne le prestazioni. È una ricerca pionieristica, quella condotta dalla Scuola dell’Università di Urbino presieduta da Piero Sestili, che per due mesi e mezzo effettuerà dei test sugli atleti di 17-18 anni del Team Vangi “Il Pirata“ Sama ricambi, squadra toscana ai vertici del ciclismo giovanile italiano, e in collaborazione con la ditta Accapi di Brescia.
Finalità dello studio, il primo in Italia condotto su grandi numeri, è capire quanto l’utilizzo dei tessuti con tecnologia Fir (Far infrared rays) possa aiutare i ciclisti, principalmente consentendo loro una miglior regolazione della temperatura corporea e una minor sudorazione durante le gare. Tali materiali sono già sfruttati in alcune discipline, per esempio le Nazionali di sci di Germania e Andorra usano tessuti AccapiFir, e ora si proverà a replicare con il ciclismo.
"Questi tessuti contengono, nella fibra, metalli nobili e bioceramiche che fanno da specchio termico selettivo per i raggi infrarossi emessi dal corpo, migliorando lo scambio dei nutrienti, l’ossigenazione e altri fattori che permettono agli atleti di vascolarizzare meglio e risparmiare sodio ed elettroliti – spiega il medico e docente Alexander Bertuccioli, uno dei responsabili scientifici del progetto –. Così, si deve reintegrare meno e si può gestire meglio la temperatura. Vogliamo capire come ottimizzare l’idratazione tramite vestiario, con tessuti che per ora non sono in commercio (al momento si usano per recuperi post intervento chirurgico o da infortuni), ma che pensiamo possano dare risultati pure in campo ciclistico".
A coordinare il progetto sono anche l’altro responsabile scientifico, il professor Marco Gervasi, e il dottor Piero Benelli, medico sportivo. Con loro collaborano il professor Eneko Fernández-Peña, vicepreside della Scuola di Scienze motorie dell’Università dei Paesi Baschi, e quattro dottorandi tesisti di Uniurb.
"Al momento, solo qui si studia questo tipo di applicazione – spiega il professor Gervasi –. Ora stiamo facendo le prove incrementali massimali per definire i parametri, misurando temperatura della pelle, sudorazione, disidratazione ed elettroliti con strumenti particolari, poi passeremo alla potenza della pedalata, al metabolismo e ad altri fattori a livello biomeccanico. Più avanti faremo le prove con vari tessuti, tecnici e di controllo, compresi quelli Fir, e in varie condizioni: si deve quantificare quanto i ciclisti stiano meglio e in che ambiti".
La Vangi Sama ricambi, del patron Fabrizio Vangi, partecipa al test con 18 ciclisti Juniores. A favorire il contatto tra loro e Uniurb è stato l’assessore comunale agli Eventi sportivi, Gian Franco Fedrigucci, ciclista ed esperto di questo settore: "La collaborazione è nata perché in squadra ci sono tre atleti marchigiani, tra cui il campione regionale in linea e a cronometro, Giacomo Sgherri – spiega Matteo Berti, direttore sportivo della squadra al pari di Alessio Acco –. Da lì, abbiamo ampliato l’attività a tutti i ragazzi della società. Questa collaborazione ci permette di avere uno screening degli atleti e potrà essere utile sia a noi, sia agli studiosi. Facciamo periodicamente dei test interni alla squadra, ma mai di questa portata: anche per noi è una prima volta".