
la segretaria generale Cgil Pesaro-Urbino Simona Ricci
Pesaro, 2 aprile 2015 - «Democrazia è partecipazione e trasparenza». E’ quasi un manifesto programmatico il titolo dello stampato che la Cgil di Pesaro-Urbino ha realizzato per rendere pubblici i dati operativi e di bilancio per il 2014, a cui si aggiunge quest’anno una novità: l’elenco delle retribuzioni percepite all’interno della Camera del Lavoro nella quale si distinguono il personale politico elettivo e non elettivo, e il personale tecnico.
«Inserire nello statuto nazionale la rendicontazione pubblica dei bilanci, che peraltro non rientra nei nostri obblighi normativi, è un gesto importante e anche un segnale. Riteniamo – osserva la segretaria generale Cgil Pesaro-Urbino Simona Ricci – che questa sia la miglior risposta agli attacchi operati da parte di chi vuole rinchiudere il sindacato nella bolla dei pregiudizi».
Simona Ricci ha poi snocciolato dati che, al contrario, dimostrano come una larga fetta della popolazione veda nella Camera del Lavoro un punto di riferimento per le tutele collettive e individuali. Il bilancio consuntivo di quest’anno si è chiuso con 4,36 milioni di euro, per lo più derivanti dal ricavato delle tessere che, al 31 dicembre 2014, erano 54.558. «In pratica, un residente su sette è iscritto alla Camera del Lavoro di Pesaro-Urbino». Di questi, i lavoratori e i disoccupati sono 23.280 (17 per cento dei quali stranieri) e i pensionati 31.278. «Ma riusciamo ad intercettare anche i più giovani, se è vero i tesserati con meno di 35 anni sono 4218, pari al 18 per cento degli attivi», sottolinea la segretaria generale.
Nei luoghi di lavoro la Cgil è presente con un’articolata rete di rappresentanti che ha permesso di portare a termine 1868 accordi difensivi che hanno interessato 15.438 lavoratori e 1368 imprese locali. Quando la crisi è sfociata nelle vertenze collettive e individuali, il sindacato è sceso in campo tutelando 3000 lavoratori e arrivando a recuperare 4,5 milioni di euro. Altro capitolo rilevante quello delle tutele individuali, con il Centro di Assistenza Fiscale che per volumi di attività risulta essere il quarto in Italia, a cui si aggiungono le 38mila pratiche seguite dal Patronato Inca e le 2246 comunicazioni del servizio Orientamento al Lavoro. Quella che i numeri sembrano delineare è «un ‘organizzazione solida, in grado di spendere i soldi degli iscritti nella massima trsaparenza».
Così come sono trasparenti da quest’anno anche gli stipendi: si va dalla retribuzione mensile del segretario generale territoriale che arriva a 2977 euro lordi, allo stipendio di un impiegato tecnico-amministrativo che ne percepisce 1309. In mezzo, ci sono gli emolumenti dei segretari di categoria (2521 euro) e dei funzionari senza incarichi elettivi (2245 euro).
Conclusione di Simona Ricci: «Senza voler salire in cattedra, vogliamo dimostrare che si può ricoprire un ruolo dirigenziale guadagnando come un buon impiegato, senza avere divari di dieci, venti anche cinquanta volte tra le retribuzioni di vertice e base. Ma su questi aspetti siamo ancora una voce nel deserto».