"Biancani sospenda ogni rapporto tra Franco Arceci ed il Comune, a tutela dell’ente. Lo stesso continua ad agire come deus ex machina della maggioranza, come dimostrato dal suo coinvolgimento diretto nelle spiegazioni sul funzionamento della macchina amministrativa alle forze dell’ordine". E’ la richiesta dei consiglieri comunali di opposizione dopo aver appreso la notizia che l’ex capo di gabinetto Franco Arceci è indagato per concorso in corruzione nell’inchiesta "Affidopoli". "Franco Arceci - si legge in una nota del centrodestra - durante la recente audizione in Commissione controllo e garanzia affermò di non avere mai conosciuto e di avere appreso soltanto dai giornali dell’esistenza di Opera Maestra e di Stella Polare. In pratica si ritagliò un ruolo assolutamente secondario ribadendo più volte di non sapere quali rapporti il suo diretto collaboratore Massimiliano Santini intrattenesse con le due associazioni al fine di realizzare i progetti e le opere oggetto delle determine di spesa".
Secondo i consiglieri di opposizione "è inaccettabile che, nonostante le indagini abbiano coinvolto le due persone più vicine a Matteo Ricci (Franco Arceci e Massimiliano Santini), l’ex sindaco continui a restare in silenzio, evitando domande e scaricando ogni responsabilità su dirigenti e colleghi che fino a ieri lo hanno sostenuto e assecondato. Mentre il Pd provinciale minimizza l’accaduto e nega l’esistenza di una "Affidopoli", la magistratura mette sotto inchiesta figure strategiche dell’amministrazione: l’ex capo di gabinetto, l’ex responsabile eventi assunto con contratto fiduciario, dirigenti e funzionari. Il tutto avviene nel silenzio totale di una classe politica e amministrativa cittadina che fa finta di nulla, priva del coraggio necessario per dare spiegazioni e assumersi la responsabilità di scelte che ha contribuito a realizzare e di cui ha beneficiato. In maggioranza tutto tace e nessuno osa chiedere spiegazioni a Ricci. Perché nessuno domanda all’ex sindaco come sia stato possibile che in un Comune si sia instaurato un sistema di affidamenti diretti e sponsorizzazioni che, per quattro anni, si sarebbe sostenuto autonomamente senza che sindaco, assessori e dirigenti si accorgessero di nulla? Perché nessuno chiede a Ricci chi e perché ha autorizzato i privati a finanziare le associazioni pagando due volte per lo stesso lavoro? Basta con la retorica del Pd, che accusa coloro che chiedono la verità di gettare discredito sulla città. Questa presunzione è insostenibile, soprattutto da parte di chi, anziché fare la morale, dovrebbe essere in prima linea a chiedere la verità per tutelare la propria credibilità. A causare un reale danno d’immagine è chi fugge dalle proprie responsabilità".