Fano, 28 febbraio 2015 - «Mi sento abbandonata, presa in giro, mi sembra che l’Italia abbia soggezione dell’Albania e non vedo perché. Forse le istituzioni albanesi, per un cittadino italiano sparito lì, valgono più delle nostre...». E’ grosso lo sconforto in casa Pegan. Non ha infatti trovato ancora né riscontro né smentita la notizia pubblicata da un quotidiano albanese per cui la Procura di Tirana starebbe indagando per omicidio nello strano caso della scomparsa di Ivan Angelo Pegan, in Albania, dopo una furiosa lite con la donna che avrebbe voluto sposare e che aveva conosciuto in chat.
Al vice ambasciatore a Tirana Marcello Cavalcaselle, il 44enne fanese di cui si è persa ogni traccia il 23 giugno 2013, al momento risulta partito da Durazzo con destinazione Bari. Ma a Bari non è mai arrivato, né in Ancona. Quattro giorni fa l’ambasciata italiana in Albania avrebbe dovuto interpellare la Procura della capitale per capire se è vero che ora si conducono indagini per omicidio. Una scomparsa che le autorità locali, hanno sempre dichiarato essere avvenuta fuori dall’Albania.
«Il procuratore Palumbo ci ha incontrato più volte ed è stato molto disponibile – racconta Barbara -. Ma la Procura di Pesaro dice che aspetta i documenti dalla polizia albanese in cui si dichiara che c’è un presunto reato. Io non capisco perché. Un cittadino italiano che sparisce all’estero non ha difese? Che l’Italia non vada a premere con l’intelligence, o non so quali canali, mi sembra assurdo. Mio fratello non è neanche nella yellow list dell’Interpol per le persone scomparse. Ho parlato con il ministro dell’Interno albanese e col direttore della polizia... mi hanno fatto grandi promesse, ma di fatti ne vedo pochi. Col ministro Alfano invece non sono riuscita a parlare. Non ha risposto all’interrogazione dell’onorevole Ricciatti nell’ottobre scorso. Mi appello a lui perché al momento ho un grosso senso di sfiducia nelle istituzioni e nel senso di giustizia. Sparisce un italiano e lo cercano solo i familiari? Noi ci aspettiamo che le istituzioni ci diano una mano».